Riprendo, nonostante propositi d’altro segno, a
trattare di questioni legate all’attualità politica. Ieri l’altro la Camera dei Deputati, a scrutinio segreto,
ha bocciato tutti gli emendamenti alla legge elettorale che consentivano una
qualche riserva di seggi parlamentari alle donne, che sono, è giusto ricordarlo, “la
metà del cielo” come diceva Mao, oppure, più prosaicamente la metà
dell’elettorato italiano. Si possono avere tutte le riserve, ed anch’io ne ho,
sul metodo proposto per riequilibrare la rappresentanza in parlamento dando
alle donne ciò che è dovuto ma non è su
questo che mi preme argomentare in questo post. Non è in questa sede, ripeto, che voglio approfondire ila questione specifica,
ma la decisone della Camera al riguardo è davvero grave, e lo è sotto diversi
profili, perché non è neanche esatto dire che lascia le cose così come sono,
perché le peggiora. Le modifiche costituzionali
che si stanno profilando sono un ulteriore avvitamento della crisi istituzionale e socioeconomica in
atto. Non è solo la rappresentanza delle
donne che è in gioco, ma il diritto all’intera popolazione di essere
rappresentata in parlamento, continuando con il massacro di democrazia iniziato
nell’ultima parte del secolo scorso, quando è cominciata a passare l’dea,
condivisa da tutto il ceto politico, che la “governabilità ” in Italia era impossibile per via di istituzioni
obsolete. Sono intervenute modifiche
istituzionali anche pesanti ma la situazione è peggiorata, e allora anziché
prenderne atto, come si converrebbe a persone in buona fede, si perpetua l’inganno becero, per me fonte di
frustrazione, di voler far credere, che l’incapacità mista alla non volontà del nostro ceto politico, della “casta”
secondo la fortunata espressione di Sergio
Rizzo e Gian Antonio Stella, di amministrare convenientemente l’Italia dipenda
da impedimenti istituzionali, che
frapporrebbero ostacoli ai loro disegni che si vorrebbero improntati a efficienza e competenza. La
realtà di tutti i giorni ci dice che essa, “casta”, mente, e che i loro disegni
politici tutelano la criminalità organizzata e gli interessi euroatlantici.
Facendo un passo indietro, rilevo che ormai è passata nel dimenticatoio la
sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittima, finalmente, la
legge con cui si sono elette le Camere nelle ultime consultazioni. Del resto,
che illegittima fosse questa legge detta perfino “porcellum” è sempre stato un dato evidente a tutte le
persone in buona fede, anche a chi, come il sottoscritto, non è certamente un
giurista. Mi sono, su questo blog, meravigliato perché la cosa non fosse
evidente ai più già da tempo. E’ vero che la stessa Corte ha escluso,
ovviamente effetti retroattivi, ma di qui a spingersi sino alla approvazione di
leggi elettorali che vanno nella stessa
direzione, ossia con premio di maggioranza già dichiarato incostituzionale,
delle legge abrogata, ce ne vuole. Ma questo parlamento fa di più, ossia si
propone di modificare la Costituzione in forza di un premio di maggioranza
dichiarato illegittimo. Va da se che il conflitto tra gli interessi sottostanti
queste “riforme” e gli interessi generali
della popolazione italiana, è abissale e di allarga sempre più. Ormai ci si avvicina ad uno stato
dittatoriale del tutto analogo a quello fascista. Si parla di abolizione del Senato ma si deve
intendere correttamente abolizione della rappresentanza. Intanto il Senato non
è abolito ma trasformato, non sarà elettivo, quindi non sarà rappresentativo di
alcunché, ma continuerà ad avere un ruolo importante. Solo
che sarà riservato a chi è già entrato
nella “casta” per altre vie, rafforzandone così il ruolo e i privilegi; ne
risulterà perfino ostacolata la permeabilità, per il venir meno appunto di una
occasione di ingresso. A tale venir meno si deve aggiungere l’effetto della conferma del meccanismo di nomina dei candidati
alla Camera rimanente, e in più una alta soglia per l’ingresso di nuovi
partiti, e il famigerato premio di maggioranza, per nulla attenuato, dal
possibile ballottaggio, che avrebbe una sua plausibilità tra forze che hanno
superato il 40% così per dire, dei voti. Del resto il trucco è questo, perché stante il
dominio di Berlusconi sulle televisioni in Italia la vittoria nel ballottaggio
è cosa fatta. La cronaca ci dice che la minoranza del PD è in agitazione, e il
mio commento è: meglio tardi che mai. E
tuttavia aggiungo pure, proseguendo sulla falsariga dei detti popolari che: chi
è causa del proprio male pianga se stesso. L’attuale minoranza del Pd, era
maggioranza sino a poco tempo addietro, è stata a suo tempo anche maggioranza
di governo, ma non ha mai voluto regolare il conflitto di interessi di
Berlusconi. Proprio in questa legislatura, ai suoi inizi si è manovrato per
emarginare i 5S dall’”arco
costituzionale” atteso che erano loro i difensori residuali della costituzione vigente,
e il ruolo di Bersani resta da chiarire, perché è per me evidente che si è
prestato al gioco, perché è chiaro che Berlusconi fuori dal controllo delle tv
è un signor nessuno, e invece si sono volute le “larghe intese” mentre verosimilmente con un accordo serio
con Grillo, e non con le pagliacciate e gli ultimatum con cui Bersani si è
approcciato a M5S, si sarebbero potuti regolare il conflitto di interesse di
Berlusconi, ossia, detto chiaramente, sottrargli il controllo delle tv, e poi
magari con una nuova legge elettorale chiaramente e inevitabilmente
proporzionale, si sarebbe potuto andare a nuove elezioni, ma dopo aver svoltato
effettivamente Ora come sempre avviene in questi casi, Berlusconi in tutta “riconoscenza” dà loro il benservito
e li licenzia tutti, i Bersani, Cuperlo, Bindi, Fassina e compagnia bella, perché una delle conseguenze neppure
secondarie di quel che sta accadendo, è che vanno tutti a casa. Per questo
insorgono, e non per altro, e tuttavia mi auguro che in Senato il piano di
Verdini (altro che piano Solo di antica memoria, con relativo rumor di sciabole)
vada in fumo, e ciò sarebbe fattibile in
virtù della truppa grillina e dell’assenza di premio di maggioranza nelle elezioni del
senato, senza di che non ci sarebbe
partita possibile. Questo è il quadro politico e istituzionale al giorno d’oggi.
Il mio rammarico deriva dal fatto che questo quadro viene da lontano, in
attuazione di disegni politici che attraversano governi di diversa composizione
e legislature di segno “opposto”, senza
che nessuno gridi allo scandalo. Di recente mi è parso di assistere su fb ad un
dibattito sulla equiparazione tra democrazia e sistema dei partiti. Orbene
invito a riflettere: abbiamo ancora un “sistema dei partiti”? . Pare a me che
esso sia tramontato con la prima repubblica, perché partiti potevano definirsi
la DC, IL PCI, IL PSI, e viva via tutti gli altri, anche il PRI di La Malfa o
il PSDI di Saragat e Nenni. Ma i “partiti” di oggi possono ancora definirsi
tali? Fanno ancora sistema? Hanno una qualche forma di democrazia interna?.
Onestamente non credo, ma soprattutto credo sia vero che non fanno sistema. Non ce né è più nessuno di livello nazionale
degno di questo nome. Il Pd è un insieme di potentati locali con correnti
differenti che agiscono nello scenario nazionale, solo a tutelare i loro
particolari interessi, senza neppure la parvenza di un proprio progetto
autonomo di gestione della “cosa
pubblica” che in Italia ormai è cosa ormai privatissima, il primo ad introiettare in Italia il metodo delle “primarie” che dovrebbero
supplire alla assoluta mancanza di democrazia interna, verosimilmente ne
decreteranno la fine. Con l’ascesa di
Renzi, il cui successo non è certo legato a meriti politici, di cui non c’è
traccia, ma al successo mediatico dello stesso format che ha visto il successo
di Berlusconi, in quanto personaggio, che di politica si occupa poco, in tutt’altre
faccende affaccendato, per cui la politica per lui coincide perfettamente con i
suoi interessi aziendali. Renzi, con tutta evidenza è la riproposizione dello
stesso format televisivo, e grazie a lui il Pd ha perso persino una sua identità
che in qualche modo i vari D’Alema, Veltroni, Bersani e compagnia bella erano
riusciti a costruire. La vicenda delle elezioni del presidente della repubblica
e ora la vicenda delle cd “quote rosa” nella legge elettorale, stanno
“strappando” quella identità che pure
conservava. Forza Italia, notoriamente e
innegabilmente, a voler essere in buona fede, non è una associazione di liberi
cittadini ma una organizzazione privata di un criminale sulle cui attività, il
sospetto è legittimo, non è stata fatta ancora piena luce, né mai lo
sarà sotto il profilo giuridico, avendo noi un ordinamento concepito di
proposito perché non scalfisca
determinati interessi criminali. M5S. nega di essere un partito, anche se di
fatto lo è, e tuttavia qualche riserva sul suo essere partito pure lo
legittima. Degli altri partiti non mette conto parlarne perché sono ATI, ossia
Associazione Temporanea di Impresa, di
modo che è difficile parlare di “sistema dei Partiti” perché tutti insieme non
fanno sistema appunto, non hanno le medesime possibilità di affermazione ne
hanno il medesimo potere. L’unico partito dotato di potere effettivo, ben al di
là del suo consenso elettorale, è Forza Italia, che avendo il dominio
incontrastato della televisione è in una condizione di supremazia di fatto. Il lavoro che è stato assegnato a
Renzi consiste nel consentire a tutto
ciò che serve per “legittimare” , anche sul piano formale, tale dittatura di
fatto. Nonostante tutte le mie riserve che ho espresso e che mantengo nella
sostanza, alle prossime elezioni europee voterò M5S, perché, almeno in
apparenza, mostra di aver compreso la situazione e di volerla contrastare non
so ancora con quanta coerenza, ma, al momento del voto, non vedo alternative
possibili. L’astensionismo è di fatto un voto conforme al sistema che aborro;
le liste di sinistra, quella “sinistra che non c’è” , appunto come mi piace
definirla, non pare lontanamente in grado di capire la situazione, e
soprattutto non si fa scrupolo di partecipare a un gioco truccato senza neppure
denunciarle con forza il trucco. Almeno Grillo capisce che il problema delle tv
è un problema imprescindibile. Chi mi conosce sa che di mio, non ho mai creduto
al parlamentarismo. La democrazia ha bisogno di elaborare altre forme di
organizzazione, perché quelle sin qui sperimentate, sul piano della democrazia
reale è fallimentare, è la cosa è perfino nota dalla fine dell’800, ma la
“sinistra che non c’è” e che oggi la si vorrebbe tale, pare non ci abbia mai fatto caso. Tornando
all’attualità, in Italia, la lista Tsipras, già afflitta da problemi interni, basandosi su personaggi che hanno
dato cattiva prova di sé, sul piano politico, mi pare condannata all’impotenza. Comunque a proposito
di M5S, mi ripeto, trovo assolutamente distorcenti le campagne mediatiche
“contro” condotte anche su Fb, da amici che in qualche modo considerano ancora
esistente la sinistra in Italia, negando
l’evidenza, e riconoscendosi nel mondo politico che si è dipanato dal
vecchio Pci. Credo di aver già argomentato a riguardo su questo blog, e sono
sempre disposto a ritornare sull’argomento. Ho votato SEL in passato e Ingroia alle ultime politiche.
Ingroia ha chiuso e SEL sta per
chiudere; quanto pare è motivo di tensione all’interno
della lista Tsipras , cui ha aderito. Concludendo voglio solo precisare che non
intendo speculare, con ciò che ho detto qui, sui problemi giudiziari di Nichi Vendola, che esulano dalle mie motivazioni di
voto, avendo, persino sul piano personale rimostranze concrete legate alla
vicenda En.A.I.P che attende ancora la sua naturale e tragica conclusione, e in
cui la Regione, così apprendo da avvocati cui mi rivolgo, ha responsabilità
precise sul piano giuridico, nel senso che, con beneficio d’inventario, tocca
alla Regione Puglia commissariare l’En.A.I.P e liquidare i creditori, forse non
in via esclusiva, ma di fatto nessun altro è nelle condizioni di farlo, che
sono prevalentemente ex dipendenti a cui non furono corrisposte svariate
mensilità nell’ultimo periodo di
attività. Tuttavia
tengo a dire che mi paiono assolutamente strumentali i problemi
suscitati dalle vicende legate alla nomina di un primario di ASL, mentre vedo qualche ombra reale in quelli
legati alla vicenda Ilva. Devo comunque rilevare che nonostante tutto, la Regione Puglia non potesse fare di più
sulla vicenda Ilva, essendoci governi nazionali pronti a decretare
d’urgenza per proteggere i Riva.
Caro Pippo,
RispondiEliminami fa piacere avere nuovamente l'occasione di leggere le tue riflessioni, sempre interessanti, spesso condivisibili, in parte od in toto che sia, a volte con un che di profetico.