Non
m’è capitato di sentire nessun apprezzamento positivo su questa campagna
elettorale, tutti dicono che è “brutta” ma il giudizio così espresso appare non
solo riduttivo, ma addirittura legittimante. Il problema non è estetico, e in
questo caso giudizio di tal fatta non riesce a sintetizzare nessun problema
politico. Il problema non è quel che si dice, ma il non detto. Innanzitutto e
preliminarmente va riscontrato la sostanziale e profonda omogeneità delle forze
in campo. Si distinguono appena per la diversa portata delle bugie e della
concezione della competizione politica come gara per elargizione di benefici ad
un pubblico che si vuole particolarmente sensibile alle suddette elargizioni
data la profondità della crisi che ci attanaglia. Mi viene da ricordare quasi
con nostalgia i tempi della mia giovinezza in cui esisteva addirittura una sinistra extraparlamentare quasi a
legittimare la possibilità di fare politica senza concorrere ad una
competizione elettorale. Oggi non è più così. Il parlamentarismo ha stravinto
su tutta la linea, e poco importa se questo risultato sia tra quelli raggiunti a
suon di bombe su vittime casuali oltre che con una repressione durissima,
declinata in moltissimi modi. Comprendo che questa è una mia teoria e non credo
siano in molti a condividerla. Tuttavia c’è che una parte importante e corposa
del corpo elettorale italiano non vota più, segno evidente di una sfiducia
crescente nel sistema parlamentare, in assoluta controtendenza rispetto ai
tempi della “sinistra extraparlamentare” per concludere che oggi una tale
sinistra avrebbe più senso rispetto a ieri, ma la cosa non interessa e per
motivi purtroppo ovvi. Oggi ci si dedica alla politica per sbarcare il lunario,
e fuori dai giochi delle istituzioni “non c’è trippa per gatti”. Trovo comunque
significativo il dato per cui sia
Berlusconi che Di Maio siano andati in visita all’estero presso i poteri forti
(banche internazionali, Merkel) per assicurarli della loro disponibilità
politica senza riserve nei loro confronti. In altri tempi tali eventi sarebbero
stati classificati come scandalosi da tutti, mentre ora sembra che sia del
tutto normale. Ossia appare normale che con una legge elettorale che limita e
condiziona pesantemente il diritto di scelta dei cittadini votanti, i
principali protagonisti della vita politica italiana annuncino apertamene dove
risiedono effettivamente i poteri che contano, perfino nel dettaglio di una campagna
elettorale. Ero già da tempo sull’orlo dell’astensionismo, sebbene non la
ritenga una scelta positiva, ma in questo quadro non vedo possibilità di alcun
voto utile. Questo aspetto unitamente alla vetustà politica, e in molti casi
anche anagrafica dei protagonisti, (ma questo per me non è necessariamente un
difetto) a cominciare da un personaggio come Berlusconi che in un qualsiasi
Paese civile non troverebbe ospitalità politica da nessuna parte, anzi si
approfondirebbero indagini serie e conseguenti su tutta la sua vicenda
patrimoniale e politica, invece sembra il perno su cui gira l’intero assetto
futuro del parlamento. Tutt’uno con la vicenda di Berlusconi è la vicenda del
problema del fascismo. Il momento della svolta è stato l’episodio di Macerata
in cui Luca Traini ha ferito 6 persone di colore a lui sconosciute. Il gesto
non ha avuto condanne serie dal mondo della politica ufficiale. C’è stata una
mobilitazione dal “basso” che ha avuto contrasti con le forze dell’ordine
mentre al contempo si legittima Casa Pound. Ora che lo stato liberale in Italia
non è mai stato antifascista dovrebbe essere cosa nota ma ciò nonostante
imperversa legittimata anche da “sinistra” la retorica delle commemorazioni a
sant’Anna di Stazzema nonché dei “giorni della memoria”. Con tutta evidenza si
evince volontà di tutti i vertici dei partiti, di decretare chi siederà in
parlamento prossimo venturo, e tale impegno è considerato assolutamente come
prioritario rispetto al tentativo di acquisire più voti dei competitori. Ma
parlando di cose più serie queste elezioni hanno dei gravi problemi sottostanti
di cui non si discute in sede di propaganda ma che sono sul tappeto e che
avranno un esito diverso a seconda dell’esito. Ammesso che vi sia un esito
reale, tenendo sempre aperta l’eventualità di brogli consistenti in grado di
cambiarne gli esiti. Il primo problema è quello del debito e dei conseguenti
rapporti con l’Europa e più specificamente della Germania. Da considerare che
con molta ostentazione Berlusconi è andato in Europa a cercare l’imprimatur e per assicurare che egli,
malgrado sia alleato con Salvini garantirà l’ossequio alla Germania della
Merkel che derise in altre circostanze. E’ evidente che attribuisce le sue
disgrazie politiche alla disinvolta inconsistenza con cui affrontò i problemi
di politica estera quando era al governo. Se ne deduce che i problemi dell’Europa
sono pregnanti in questa campagna elettorale e che l’appoggio della Merkel non
è ininfluente. Ma c’è ancora di peggio, e questo lo mette in risalto solo
Travaglio. In questa campagna elettorale non v’è forza politica o giornale o
trasmissione televisiva che metta in risalto la personalità di Berlusconi, e
così legittimando definitivamente, nonostante tutto, il lato oscuro della
politica italiana e della storia politica recente e passata. Esisterà mai un
problema relativo alla grande criminalità e alla corruzione in Italia? Se
l’evidenza, anche in cronaca indurrebbe positivamente alla domanda la campagna
elettorale non se ne fa carico. Né può convincere il discorso dei M5S di cui
sono stato pure elettore. Non basta e non serve asserire una propria personale
diversità morale a riguardo, ma di proporre rimedi politici, sul piano
giuridico ed economico per estirpare o ridurre per quanto possibile la piaga.
Ma nulla di tutto questo. Non è solo una brutta campagna elettorale: è una
farsa orribile.
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