Alcune considerazioni vanno
fatte. La prima è che i sondaggi e, temo, pur non potendolo asserire con
certezza, anche le statistiche di istituti vari, siano funzionali alla
propaganda politica. Tutti ricorderanno le previsioni precedenti il voto che
volevano Berlusconi avanti a Salvini, e che i 5S fossero spalla a spalla col
Pd. Così come tutti ricorderanno il sostanziale equilibrio tra i SI e i NO pronosticato
al referendum istituzionale. Ma l’analisi si potrebbe spinger anche più
indietro. Quasi mai i sondaggi ci azzeccano e sempre c’è una logica politica
dietro i loro errori. Detto questo, i media hanno esaltato due vincitori, i 5S
e la Lega di Salvini. In realtà, a voler dare un giudizio politico distaccato,
Salvini concorreva direttamente con i 5S. e ha perso nettamente, pur prendendo
più voti di Berlusconi. Si è fatto finta, e la legge elettorale più assurda che
si potesse immaginare ha reso possibile anche questo, che vi fossero due
competizioni in una. La prima interna al centrodestra, la seconda a carattere
generale. In realtà la competizione elettorale generale ha un vincitore chiaro
anche se non trionfale come si vorrebbe dare ad intendere, ed è il 5S di Di
Maio, il secondo è interno al centro destra e lo ha vinto Salvini. Tuttavia il
sistema mediatico è tale per cui nella comunicazione si sono mescolati i livelli e Salvini è
diventato un vincitore di questa tornata elettorale. Quando dico che siamo in
crisi e che questa crisi si è più volte avvitata su se stessa dico ciò che è
vero ed evidente se solo si volessero guardare i fatti. Anzi sotto il profilo
strettamente politico il risultato di Salvini è deludente. Il suo era un
progetto ambizioso di divenire leader incontrastato di un grande partito
nazionale. In pratica doveva assorbire Berlusconi e trattare con i 5S. da pari
a pari, ma così non è. I grandi sconfitti,
sotto il profilo politico, nel senso dei progetti irreversibilmente falliti,
sono il Pd e la cd “seconda Repubblica”. In realtà il Pd erede del Pds erede a
sua volta del Pci, è morto in mano a Bersani. Renzi era già ostentatamente,
dichiaratamente fuori da quella tradizione. La sua “rottamazione” era
funzionale a questo e a saldare, ambiziosamente, i resti elettorali del Pd con
Berlusconi, del quale verosimilmente era un emissario. Questo discorso potrebbe
sembrare forzato solo se non si tiene conto dell’avventura della riforma
costituzionale fatta fallire dal referendum. Non tragga in inganno il No di
Berlusconi. Mediaset era strenuamente dislocata per i Si. Mai sconfitta fu più
chiara e definitiva. Del resto il risultato deludente di LeU sta a dimostrare
che anche quella tradizione è tramontata per sempre. Il suo progetto è quello
di un partito di respiro nazionale che gioca in proprio le sue politiche e che
può allearsi o meno con altri ma il suo progetto è di ampio respiro ed
autonomo. Questo progetto ha raccolto un consenso ridotto e praticamente
fallimentare. Completamente falliti mi sembrano invece i progetti del Pd e di
tutti i partiti di sinistra. Non credo che Liberi ed Eguali abbia più motivo di
esistere. In parole povere è fallita in Italia l’ennesima rivoluzione liberale,
ma questo è un altro discorso. Quanto ai 5S, temo, non risolveranno nulla perché
non hanno voluto mettere a fuoco neppure i veri temi della crisi che restano
sullo sfondo, e sono due: la lotta conseguente e intransigente alla corruzione
a alla grande criminalità, con strumenti sia giuridici e severamente repressivi,
che socioeconomici; il secondo è la crisi finanziaria legata al debito che si
vuole “pubblico” a vantaggio dei privati e di altre nazioni europee, Germania
in testa.
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