domenica 29 gennaio 2012

Oscar Luigi Scalfaro, Novara, 9 settembre 1918 – Roma, 29 gennaio 2012.

Di lui mi tocca palar  bene, come si conviene ad una persona di questo livello, non per tacere i il suo anticomunismo viscerale, ma per essere stato uno dei pochissimi uomini politici di questi tempi che ha sostenuto le proprie idee con schiena “dritta” senza indulgere a calcoli “politichesi” . Per gli stessi motivi credo alla sua onestà, nonostante questa sia stata messa in dubbio anche in questa circostanza. Infatti sono convinto che i corrotti non siano in grado, per tutti i motivi più ovvi,   di tener fede ai propri ideali. Per questo è stato un uomo politico controcorrente, e questa qualità gli è costato il secondo mandato presidenziale, cui  suppongo, legittimamente aspirava. Il problema è la sua intransigente lettura della costituzione, non pieghevole alle contingenze politiche del momento, come tutti i presidenti anno fatto, sia coloro che l’hanno preceduto ad eccezione di Pertini,  ma erano tempi istituzionalmente più tranquilli, che coloro che gli sono succeduti. Invece il suo atteggiamento in occasione delle dimissioni del primo governo Berlusconi gli sono costati sicuramente la rielezione come dicevo, perché neppure il PD, che sia chiaro, ha apprezzato simile atteggiamento. La “politica” (ossia la pratiche delle istituzioni)  è terreno viscido per definizione, occorre doppiezza, capacità manipolatorie a danno degli ingenui, e  ambiguità ideale e culturale. Bisogna sempre pronti ad assecondare gli eventi e vendersi al miglior offerente, ma evidentemente Scalfaro non apparteneva a questa categoria di politici. Non credo che se fosse lui al posto di Napolitano, oggi avremmo il governo Monti, perché  avrebbe accompagnato, con ogni verosimiglianza, il passaggio delle dimissioni dell’ultimo (si spera) governo Berlusconi con una verifica delle camere, e ne avrebbe accettato le dimissioni solo in presenza di un voto contrario esplicito delle camere. Ma probabilmente Berlusconi i voti a modo suo li avrebbe racimolati, portando la crisi all’esasperazione, ma dal mio punto vista, i bocconi amari vanno ingoiati il più presto possibile, perché rinviare l’assunzione di medicine amare non ha mai giovato alla salute. Con Monti abbiamo verosimilmente esaurito la cd “seconda repubblica” senza neppure un passaggio elettorale, destinata verosimilmente a consumare sia questo centrodestra che questo centrosinistra, ed è per questo che PD e PDL si sono alleati per sostenere questo governo, accettando di defilarsi. Hanno troppi problemi interni e confusione assoluta di prospettive e di identità ideale e politica. Per questo abbiamo Monti, ma con lui finisce, probabilmente, pure il bipolarismo,  con buna pace di tutti i coloro speravano di forzare una situazione politica per questa via a cominciare da Vendola e poi Di Pietro. Ora Monti ha “normalizzato” la situazione con un  programma sostanzialmente reganaiano, che consiste nella lotta ai ceti medi e al mondo del lavoro, lo attua con un consenso bipatzinan, che è in buona sostanza il grande centro di Casini, a cui bisogna dar atto di lungimiranza, nella migliore tradizione democristiana. Solo che, paradossalmente, in quella tradizione il democristianissimo Oscar Luigi Scalfaro non si ritrovava, e non per motivi ideologici, ma solo perché era un uomo davvero onesto.