lunedì 19 febbraio 2018

Elezioni politiche 2018



Non m’è capitato di sentire nessun apprezzamento positivo su questa campagna elettorale, tutti dicono che è “brutta” ma il giudizio così espresso appare non solo riduttivo, ma addirittura legittimante. Il problema non è estetico, e in questo caso giudizio di tal fatta non riesce a sintetizzare nessun problema politico. Il problema non è quel che si dice, ma il non detto. Innanzitutto e preliminarmente va riscontrato la sostanziale e profonda omogeneità delle forze in campo. Si distinguono appena per la diversa portata delle bugie e della concezione della competizione politica come gara per elargizione di benefici ad un pubblico che si vuole particolarmente sensibile alle suddette elargizioni data la profondità della crisi che ci attanaglia. Mi viene da ricordare quasi con nostalgia i tempi della mia giovinezza in cui esisteva addirittura una sinistra extraparlamentare quasi a legittimare la possibilità di fare politica senza concorrere ad una competizione elettorale. Oggi non è più così. Il parlamentarismo ha stravinto su tutta la linea, e poco importa se questo risultato sia tra quelli raggiunti a suon di bombe su vittime casuali oltre che con una repressione durissima, declinata in moltissimi modi. Comprendo che questa è una mia teoria e non credo siano in molti a condividerla. Tuttavia c’è che una parte importante e corposa del corpo elettorale italiano non vota più, segno evidente di una sfiducia crescente nel sistema parlamentare, in assoluta controtendenza rispetto ai tempi della “sinistra extraparlamentare” per concludere che oggi una tale sinistra avrebbe più senso rispetto a ieri, ma la cosa non interessa e per motivi purtroppo ovvi. Oggi ci si dedica alla politica per sbarcare il lunario, e fuori dai giochi delle istituzioni “non c’è trippa per gatti”. Trovo comunque  significativo il dato per cui sia Berlusconi che Di Maio siano andati in visita all’estero presso i poteri forti (banche internazionali, Merkel) per assicurarli della loro disponibilità politica senza riserve nei loro confronti. In altri tempi tali eventi sarebbero stati classificati come scandalosi da tutti, mentre ora sembra che sia del tutto normale. Ossia appare normale che con una legge elettorale che limita e condiziona pesantemente il diritto di scelta dei cittadini votanti, i principali protagonisti della vita politica italiana annuncino apertamene dove risiedono effettivamente i poteri che contano, perfino nel dettaglio di una campagna elettorale. Ero già da tempo sull’orlo dell’astensionismo, sebbene non la ritenga una scelta positiva, ma in questo quadro non vedo possibilità di alcun voto utile. Questo aspetto unitamente alla vetustà politica, e in molti casi anche anagrafica dei protagonisti, (ma questo per me non è necessariamente un difetto) a cominciare da un personaggio come Berlusconi che in un qualsiasi Paese civile non troverebbe ospitalità politica da nessuna parte, anzi si approfondirebbero indagini serie e conseguenti su tutta la sua vicenda patrimoniale e politica, invece sembra il perno su cui gira l’intero assetto futuro del parlamento. Tutt’uno con la vicenda di Berlusconi è la vicenda del problema del fascismo. Il momento della svolta è stato l’episodio di Macerata in cui Luca Traini ha ferito 6 persone di colore a lui sconosciute. Il gesto non ha avuto condanne serie dal mondo della politica ufficiale. C’è stata una mobilitazione dal “basso” che ha avuto contrasti con le forze dell’ordine mentre al contempo si legittima Casa Pound. Ora che lo stato liberale in Italia non è mai stato antifascista dovrebbe essere cosa nota ma ciò nonostante imperversa legittimata anche da “sinistra” la retorica delle commemorazioni a sant’Anna di Stazzema nonché dei “giorni della memoria”. Con tutta evidenza si evince volontà di tutti i vertici dei partiti, di decretare chi siederà in parlamento prossimo venturo, e tale impegno è considerato assolutamente come prioritario rispetto al tentativo di acquisire più voti dei competitori.   Ma parlando di cose più serie queste elezioni hanno dei gravi problemi sottostanti di cui non si discute in sede di propaganda ma che sono sul tappeto e che avranno un esito diverso a seconda dell’esito. Ammesso che vi sia un esito reale, tenendo sempre aperta l’eventualità di brogli consistenti in grado di cambiarne gli esiti. Il primo problema è quello del debito e dei conseguenti rapporti con l’Europa e più specificamente della Germania. Da considerare che con molta ostentazione Berlusconi è andato in Europa a cercare l’imprimatur e per assicurare che egli, malgrado sia alleato con Salvini garantirà l’ossequio alla Germania della Merkel che derise in altre circostanze. E’ evidente che attribuisce le sue disgrazie politiche alla disinvolta inconsistenza con cui affrontò i problemi di politica estera quando era al governo. Se ne deduce che i problemi dell’Europa sono pregnanti in questa campagna elettorale e che l’appoggio della Merkel non è ininfluente. Ma c’è ancora di peggio, e questo lo mette in risalto solo Travaglio. In questa campagna elettorale non v’è forza politica o giornale o trasmissione televisiva che metta in risalto la personalità di Berlusconi, e così legittimando definitivamente, nonostante tutto, il lato oscuro della politica italiana e della storia politica recente e passata. Esisterà mai un problema relativo alla grande criminalità e alla corruzione in Italia? Se l’evidenza, anche in cronaca indurrebbe positivamente alla domanda la campagna elettorale non se ne fa carico. Né può convincere il discorso dei M5S di cui sono stato pure elettore. Non basta e non serve asserire una propria personale diversità morale a riguardo, ma di proporre rimedi politici, sul piano giuridico ed economico per estirpare o ridurre per quanto possibile la piaga. Ma nulla di tutto questo. Non è solo una brutta campagna elettorale: è una farsa orribile.