martedì 29 maggio 2018

La "Repubblica delle banane"


L’epiteto, una volta ricorrente per definire uno stato di crisi istituzionale, ora si addice anche a noi in modo limpido e trasparente. Quella malattia della democrazia (borghese, aggiungo) che una volta si voleva attenesse solo a certe latitudini (dove più facilmente si coltivano le banane appunto) ora investe l’Italia, uno degli stati più importanti del mondo. Sono trasecolato non solo da ciò che succede, ma anche e soprattutto dai commenti di tutti i conduttori di tutte le trasmissioni che producono dibatti politici. Non sono un fine giurista ma ho vissuto abbastanza per capire quale differenza vi sia tra una repubblica presidenziale e una parlamentare, e che, una volta le democrazie “presidenziali” erano considerate, a queste latitudini geopolitiche, qualcosa che si avvicina al fascismo. Erano comunque tacciate di populismo, perché il presidente della repubblica era appunto eletto dal popolo. In verità da tempo in Italia si sta cercando di modificare la costituzione in questo senso, ma per vari motivi non si è mai riusciti. Poi all’improvviso qualcuno ha avuto una idea “geniale”, ossia modificare la costituzione materiale senza intaccare quella formale. Napolitano è stato senz’altro l’esponente più illustre di questa tendenza, meritandosi l’appellativo di Travaglio “re Giorgio”. Tra le cose più anticostituzionali che abbia fatto c’è sicuramente la sua rielezione nonostante la lettera inequivocabile della costituzione che dice testualmente all’art. 85 “Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni”. Una interpretazione corretta dell’italiano, al di fuori di ogni arzigogolamento di carattere pseudo giuridico, esclude che un presidente della repubblica possa essere in carica per un periodo diverso dai sette anni, ma di questo ho già scritto. Del resto voglio far notare sommessamente che il successivo articolo 88 recita “Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.” Il cd “semestre bianco” era motivato, interpretazione una volta assolutamente prevalente in ambito politico, proprio per evitare che il presidente della repubblica sciogliesse le camere nel suo interesse primo tra gli altri quello di una sua rielezione. Il punto è che in Italia da tempo si va riscrivendo la costituzione materiale senza incaricarsi di riformare quella formale, perché la crisi è tale da non consentire neppure una selezione adeguata di “classe” dirigente, per cui ci siamo trovati ad essere governati da personaggi impresentabili sotto il profilo culturale, altro che Savona, in grado di riformarla con qualche costrutto. Mattarella ha passato ogni limite sopportabile, perché di fatto ha annullato l’esito di una tornata di elezioni politiche perché non era per lui, ricevibile. Per altro ha decisamente appalesato che i problemi del “mercato” sono prevalenti sulle espressioni di voto degli italianai rendendo appropriato anche per noi l’epiteto di cui sopra Dopo di che, ribadisco che non ho votato e che dietro il duo Salvini- Di Maio ci possano essere poteri forti diversi da quelli che ci hanno sin qui governato. Ma la dietrologia è un conto, le regole del vivere civile un altro, e si sa, i cambiamenti climatici comportano una dilatazione della fascia dell’equatore, per cui anche in Italia si possono produrre quelle banane che a me personalmente piacciono tanto.