lunedì 18 aprile 2016

Viva Casaleggio, abbasso Berlusconi.



Pare anche a me che Casaleggio sia un personaggio degno di nota nel panorama attuale contrassegnato da un deterioramento praticamente irreversibile della situazione italiana sotto ogni profilo. A suo onore va iscritto la tenacia con cui, ha voluto il M5S insieme a Grillo, e, per quel che se ne sa, al di fuori di interessi economici personali. Non come Berlusconi, per intenderci.  Va comunque ascritto a suo merito il relativo successo ottenuto in un tempo relativamente breve. E’ stato un politico sui generis che ha sfidato come ha potuto la dittatura mediatica della televisione, al contrario di Berlusconi, che invece ha fatto della televisione la sua arma risultata vincente, soprattutto perché incontrastata. Casaleggio invece è stato un temerario, perché ha scommesso sul superamento della televisione e l’esaltazione oltre ogni limite razionale della rete telematica, concepita ambiente liberatorio, in grado, in quanto potenza tecnologica contrassegnata da novità, a sviluppare, di per sé, relazioni intrinsecamente diverse tra gli uomini, quasi che il meccanismo delle relazioni umane potessero sviluppare un ruolo che prescindesse dagli umani medesimi. In questo sta il suo fascinino e la sua intima debolezza. Le relazioni umane sono tali a prescindere, in ultima analisi, dagli strumenti che si usano. Certo che lo strumento conta, ma entro certi limiti e sino a un certo punto. Il problema della televisione non consiste solo nello strumento in sé, ma nell’uso che se fa e nel controllo assoluto che una cerchia relativamente ristretta di persone detiene, nel proprio esclusivo interesse, sostanzialmente contro gli interessi di una cittadinanza comunque connotata. Nulla vieta, al contrario, si sta marciando proprio in questa direzione, che gruppi finanziari che controllano le televisioni siano della stessa natura di quelli che controllano anche la rete. Certo si possono sempre fare reti nuove ma non credo che per questa via si risolvano i problemi. La visione di Casaleggio ha questo grande difetto, non concepire la società come un classi intrinsecamente contrapposte, e il controllo dei mezzi di comunicazione è stato un capitolo che ha fatto dire a qualcuno che la lotta di classe era finita perché uno dei contendenti aveva già vinto. In effetti la vittoria della grande finanza nel mondo occidentale è totale e abbagliante. Questo non vuol dire che sia definitiva perché nulla in questo mondo è dato per sempre. Tuttavia Casaleggio, conseguentemente ha voluto combattere la sua battaglia, questa battaglia ed è stato decisamente contrastato. Io, come vado dicendo, ho votato alle ultime politiche e alle europee, M5S. Non so dire sino a quando lo farò, ma di fatto il terreno reale su cui ha progredito M5S, non sono le idee di Casaleggio medesimo per le loro qualità intrinseche, ma per il vuoto che la sinistra italiana, che definisco “la sinistra che non c’è”, ha lascito. Un vuoto politico che inevitabilmente andava ricoperto. Casaleggio comunque il problema della comunicazione, e dei suoi rilessi in politica se li è posti, cosa che a sinistra non è accaduto. Per questo essa “sinistra” lascia campo libero ad altri. C’è Travaglio, ad es. che negando di essere di sinistra fa il lavoro che dovrebbe fare uno di sinistra, con qualche contraddizione legata la fatto innegabile che proprio di sinistra non è; ci prova pure papa Mario José Bergoglio, detto Francesco non a caso, che anziché risolvere davvero i problemi assai seri del Vaticano, legati sostanzialmente alla trasparenza dello Ior, istituzione per me assai dannosa e da cancellare, imbastisce processi rocamboleschi a danno di due giornalisti italiani senza che nessuna istituzione reagisca. E’ in questo squallore spicca positivamente anche un personaggio, modesto, a parer mio, come Gianroberto Casaleggio. Che a terra gli sia lieve.