sabato 27 luglio 2013

Lo srtrano Paese



In realtà il vocabolario, o meglio ancora la distorsione provocata dai media dei significati originari delle parole, priva quasi del tutto chi come me, vorrebbe poter trasmettere sensazioni di rabbia, di sgomento, per quello che accade. Trovo del tutto disarmante la capacità di questo “sistema” di metabolizzare  di tutto, di sfornare ad ogni piè sospinto, personaggi, neologismi e perfino eventi “non eventi” perché  intrisi di nulla se non delle chiacchiere, una volta definite da bar o sala da barba, ma che ora campeggiano sulle prime pagine di giornali di grande tiratura, e perfino nelle sedi parlamentari. Le tragedie vere restano sullo sfondo, sotto gli occhi di tutti, perfino ostentate a volte, con la consapevolezza che pure l’ostentazione delle tragedie contribuisce a “naturalizzarle” a farle apparire, cioè, come inserite nelle pietre e nella natura che ci circonda, in modo che vengano percepite dai più con piglio fatalistico e quindi considerati  inevitabili.  Non c’è antidoto a questa corrosione strisciante, pur nella sua pervasività, di tutto ciò che di buono, e di positivo si era fatto in Italia e nel mondo, dopo l’ultimo conflitto mondiale. Sembra di stare su un piano inclinato su cui di deve rotolare sino ad un fondo che, al momento non è dato intravedere.  Come se fossimo in un processo a ritroso che i più colgono come dato ineludibile e perfino progressivo. In realtà, le coordinate della situazione politica attuale nascono, per gli aspetti di maggior attualità, soprattutto sotto il profilo economico, a partire dalle questioni del cd “debito pubblico”, dalle vicende già richiamate dell’ultima guerra mondiale. Con la costruzione di quella mostruosità politica ed economica chiamata “euro” si è di fatto invertito l’esito, acquisito drammaticamente sui campi di battaglia di tutto il mondo, del secondo conflitto mondiale. La Germania, sconfitta sul campo, sino alla determinazione della suo sdoppiamento, ora è riunificata,e detta le leggi dell’economia e della politica in Europa, seppur su delega Usa. I Paesi e le forza che determinarono la sconfitta del nazismo, sono annientate, a partire dall’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ma anche della Yugoslavia ora smembrata,  che fu capace di liberarsi dei nazifascisti senza attendere “liberatori” di sorta e per questo in grado, anche dopo il conflitto, di perseguire politiche dette correttamente di “non allineamento”. Ora l’Urss è tornata Russia come al tempo degli Zar, ed è gestita da dittature che a quella del famigerato Stalin non hanno nulla da invidiare comunque la si pensi. Si è proceduto allo smantellamento dello stato sociale con la velocità con cui, processi analoghi, erano immaginabili solo a prezzo di eventi traumatici, come guerre, colpi di stato e via discorrendo. In Italia le organizzazioni legate sia alla grande criminalità organizzate,  che alle nostalgie nazifasciste, governano il paese, a dispetto di qualsiasi esito elettorale. La sinistra è talmente smarrita da non riconoscere, nelle sue componenti maggioritarie, nel M5S di Grillo, l’ultima flebile resistenza al terribile “nuovo che avanza” a suon di stravolgimenti della costituzione, che si vorrà alla fine del tutto stravolta, per codificare, ad ogni livello, anche a quello giuridico formale, la vittoria delle forze della grande criminalità organizzata. Ormai stufo di leggere anche su fb, post, di pseudo militanti di sinistra, che con ogni camuffamento sostengono questo governo delle “ larghe intese”.  Stufo di tutto ciò rinuncio, d’ora in poi, a commentare fatti di attualità politica, consapevole che ormai non esiste più nessuna attualità in politica, se non il rinnovarsi di recitazioni stantie con qualche personaggio “nuovo” come  Renzi, che da rottamatore sedicente, si sta trasformando nello strumento di legittimazione, sia pure nella dimensione meramente virtuale di un sistema mediatico, della sopravvivenza di quegli apparati, che si vorrebbero “rottamare”. Renzi, ormai, malgrado il crescente consenso, che pare abbia,  incarna l’eterna promessa del nuovo fatto di nulla.  Tutto sembra già scritto. Credo impossibile resistere a tutto questo, ragion per cui, d’ora in poi mi sforzerò su questo blog, di commentare, non più fatti di cronaca, ma libri,riviste, teorie, che consentano uno sguardo più lungo, perché ormai nel breve, resta assai poco da dibattere.   Tutto questo, però se sarò capace di migliori ritmi di lavoro “intellettuale”, atteso che l’agire politico, come insegna non solo la storia, ma anche, se mi è permesso, la mia personale vicenda politica e professionale, sempre stritolata tra l’ideologico imperativo del “fare” senza riferimenti teorici di sostegno, che ho pagato a duro prezzo, sia nel corso della militanza politica, che nelle  vicende della mia professione di “educatore” così si diceva un tempo, ossia di un operatore che si districava, nelle contorsioni delle vicende di vite complicate, di favorire, per il possibile, i ragazzi svantaggiati. L’attivismo fine a sé sesso non ha mai prodotto nulla da nessuna parte, in nessun campo. Ritengo perfino sterili, seppur doverose, le denunce di ogni singola ingiustizia, data la loro mole complessiva,e data la incapacità di fare sintesi da parte di chicchessia. Perfino gli atti di pura testimonianza, salvo rare eccezioni, risultano alla fine controproducenti. Serve alzare lo sguardo e cercare di guardare più avanti, perché nell’immediato, di questi tempi e dalle nostre parti, temo, tutto è perduto.  L’agire deve essere volto al raggiungimento di obiettivi, e in politica questi obiettivi, devono essere assolutamente trasparenti, coerenti, e condivisi da coloro che affermano di volerli perseguire. Tutto ciò è mancato grandemente nella sinistra italiana nei decenni scorsi, e credo sia il principale motivo della sua scomparsa. Ci si è trastullati nelle vecchie pratiche del cattolicesimo deteriore, che si possono sintetizzare nel motto: “fate ciò che dico, ma non fate ciò che faccio”. Questa prassi inficia tutto ciò che non deriva da un potere precostituito. Solo che intanto, voglio trascorrere questa estate più di altre, visto che non ho più obblighi di cartellini da vidimare, anche sotto la forma di firme da apporre su terribili registri bianchi,  tra il mare della costa della Puglia meridionale, tra Bari e Brindisi, e le pietre, le piante, il terreno di un trullo in quel di Alberobello. Che almeno questo,  insieme all’adorazione dei miei figli mi sia concesso.