mercoledì 12 marzo 2014

Renzi, un format di Mediaset




Riprendo, nonostante propositi d’altro segno, a trattare di questioni legate all’attualità politica. Ieri  l’altro  la Camera dei Deputati, a scrutinio segreto, ha bocciato tutti gli emendamenti alla legge elettorale che consentivano una qualche riserva di seggi parlamentari  alle donne, che sono, è giusto ricordarlo, “la metà del cielo” come diceva Mao, oppure, più prosaicamente la metà dell’elettorato italiano. Si possono avere tutte le riserve, ed anch’io ne ho, sul metodo proposto per riequilibrare la rappresentanza in parlamento dando alle donne ciò che è dovuto ma non è su  questo che mi preme argomentare in questo post.   Non è in questa sede, ripeto,  che voglio approfondire ila questione specifica, ma la decisone della Camera al riguardo è davvero grave, e lo è sotto diversi profili, perché non è neanche esatto dire che lascia le cose così come sono, perché le peggiora. Le modifiche costituzionali  che si stanno profilando sono un ulteriore avvitamento  della crisi istituzionale e socioeconomica in atto.  Non è solo la rappresentanza delle donne che è in gioco, ma il diritto all’intera popolazione di essere rappresentata in parlamento, continuando con il massacro di democrazia iniziato nell’ultima parte del secolo scorso, quando è cominciata a passare l’dea, condivisa da tutto il ceto politico, che la “governabilità ” in Italia  era impossibile per via di istituzioni obsolete.  Sono intervenute modifiche istituzionali anche pesanti ma la situazione è peggiorata, e allora anziché prenderne atto, come si converrebbe a persone in buona fede,  si perpetua l’inganno becero, per me fonte di frustrazione, di voler far credere, che l’incapacità mista alla non volontà  del nostro ceto politico, della “casta” secondo la fortunata espressione di  Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, di amministrare convenientemente l’Italia dipenda da impedimenti istituzionali,   che frapporrebbero ostacoli ai loro disegni  che si vorrebbero  improntati a efficienza e competenza. La realtà di tutti i giorni ci dice che essa, “casta”, mente, e che i loro disegni politici tutelano la criminalità organizzata e gli interessi euroatlantici. Facendo un passo indietro, rilevo che ormai è passata nel dimenticatoio la sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittima, finalmente, la legge con cui si sono elette le Camere nelle ultime consultazioni. Del resto, che illegittima fosse questa legge detta perfino “porcellum”  è sempre stato un dato evidente a tutte le persone in buona fede, anche a chi, come il sottoscritto, non è certamente un giurista. Mi sono, su questo blog, meravigliato perché la cosa non fosse evidente ai più già da tempo.   E’ vero che la stessa Corte ha escluso, ovviamente effetti retroattivi, ma di qui a spingersi sino alla approvazione di leggi elettorali che vanno nella  stessa direzione, ossia con premio di maggioranza già dichiarato incostituzionale, delle legge abrogata, ce ne vuole. Ma questo parlamento fa di più, ossia si propone di modificare la Costituzione in forza di un premio di maggioranza dichiarato illegittimo. Va da se che il conflitto tra gli interessi sottostanti queste “riforme”  e gli interessi generali della popolazione italiana, è abissale e di allarga sempre più.  Ormai ci si avvicina ad uno stato dittatoriale del tutto analogo a quello fascista.  Si parla di abolizione del Senato ma si deve intendere correttamente abolizione della rappresentanza. Intanto il Senato non è abolito ma trasformato, non sarà elettivo, quindi non sarà rappresentativo di alcunché,   ma  continuerà ad avere un ruolo importante. Solo che sarà  riservato a chi è già entrato nella “casta” per altre vie, rafforzandone così il ruolo e i privilegi; ne risulterà perfino ostacolata la permeabilità, per il venir meno appunto di una occasione di ingresso. A tale venir meno si deve aggiungere  l’effetto della  conferma del meccanismo di nomina dei candidati alla Camera rimanente, e in più una alta soglia per l’ingresso di nuovi partiti, e il famigerato premio di maggioranza, per nulla attenuato, dal possibile ballottaggio, che avrebbe una sua plausibilità tra forze che hanno superato il 40% così per dire, dei voti.  Del resto il trucco è questo, perché stante il dominio di Berlusconi sulle televisioni in Italia la vittoria nel ballottaggio è cosa fatta. La cronaca ci dice che la minoranza del PD è in agitazione, e il mio commento è: meglio tardi che mai.  E tuttavia aggiungo pure, proseguendo sulla falsariga dei detti popolari che: chi è causa del proprio male pianga se stesso. L’attuale minoranza del Pd, era maggioranza sino a poco tempo addietro, è stata a suo tempo anche maggioranza di governo, ma non ha mai voluto regolare il conflitto di interessi di Berlusconi. Proprio in questa legislatura, ai suoi inizi si è manovrato per emarginare i  5S dall’”arco costituzionale” atteso che erano loro i difensori residuali della costituzione vigente, e il ruolo di Bersani resta da chiarire, perché è per me evidente che si è prestato al gioco, perché è chiaro che Berlusconi fuori dal controllo delle tv è un signor nessuno, e invece si sono volute le “larghe intese”   mentre verosimilmente con un accordo serio con Grillo, e non con le pagliacciate e gli ultimatum con cui Bersani si è approcciato a M5S, si sarebbero potuti regolare il conflitto di interesse di Berlusconi, ossia, detto chiaramente, sottrargli il controllo delle tv, e poi magari con una nuova legge elettorale chiaramente e inevitabilmente proporzionale, si sarebbe potuto andare a nuove elezioni, ma dopo aver svoltato effettivamente  Ora come sempre  avviene in questi casi, Berlusconi  in tutta “riconoscenza” dà loro il benservito e li licenzia tutti, i Bersani, Cuperlo, Bindi, Fassina e compagnia bella,  perché una delle conseguenze neppure secondarie di quel che sta accadendo, è che vanno tutti a casa. Per questo insorgono, e non per altro, e tuttavia mi auguro che in Senato il piano di Verdini (altro che piano Solo di antica memoria, con relativo rumor di   sciabole)  vada in fumo, e ciò sarebbe fattibile in virtù della truppa grillina e dell’assenza di  premio di maggioranza nelle elezioni del senato, senza di che  non ci sarebbe partita possibile. Questo è il quadro politico e istituzionale al giorno d’oggi. Il mio rammarico deriva dal fatto che questo quadro viene da lontano, in attuazione di disegni politici che attraversano governi di diversa composizione e legislature di segno “opposto”,  senza che nessuno gridi allo scandalo. Di recente mi è parso di assistere su fb ad un dibattito sulla equiparazione tra democrazia e sistema dei partiti. Orbene invito a riflettere: abbiamo ancora un “sistema dei partiti”? . Pare a me che esso sia tramontato con la prima repubblica, perché partiti potevano definirsi la DC, IL PCI, IL PSI, e viva via tutti gli altri, anche il PRI di La Malfa o il PSDI di Saragat e Nenni. Ma i “partiti” di oggi possono ancora definirsi tali? Fanno ancora sistema? Hanno una qualche forma di democrazia interna?. Onestamente non credo, ma soprattutto credo sia vero che non fanno sistema.    Non ce né è più nessuno di livello nazionale degno di questo nome. Il Pd è un insieme di potentati locali con correnti differenti che agiscono nello scenario nazionale, solo a tutelare i loro particolari interessi, senza neppure la parvenza di un proprio progetto autonomo di gestione  della “cosa pubblica” che in Italia ormai è cosa ormai privatissima,  il primo ad introiettare in Italia il  metodo delle “primarie” che dovrebbero supplire alla assoluta mancanza di democrazia interna, verosimilmente ne decreteranno la fine.  Con l’ascesa di Renzi, il cui successo non è certo legato a meriti politici, di cui non c’è traccia, ma al successo mediatico dello stesso format che ha visto il successo di Berlusconi, in quanto personaggio, che di politica si occupa poco, in tutt’altre faccende affaccendato, per cui la politica per lui coincide perfettamente con i suoi interessi aziendali. Renzi, con tutta evidenza è la riproposizione dello stesso format televisivo, e grazie a lui il Pd ha perso persino una sua identità che in qualche modo i vari D’Alema, Veltroni, Bersani e compagnia bella erano riusciti a costruire. La vicenda delle elezioni del presidente della repubblica e ora la vicenda delle cd “quote rosa” nella legge elettorale, stanno “strappando”  quella identità che pure conservava.  Forza Italia, notoriamente e innegabilmente, a voler essere in buona fede, non è una associazione di liberi cittadini ma una organizzazione privata di un criminale sulle cui attività, il sospetto è legittimo,   non è stata fatta ancora piena luce, né mai lo sarà sotto il profilo giuridico, avendo noi un ordinamento concepito di proposito perché  non scalfisca determinati interessi criminali. M5S. nega di essere un partito, anche se di fatto lo è, e tuttavia qualche riserva sul suo essere partito pure lo legittima. Degli altri partiti non mette conto parlarne perché sono ATI, ossia Associazione  Temporanea di Impresa, di modo che è difficile parlare di “sistema dei Partiti” perché tutti insieme non fanno sistema appunto, non hanno le medesime possibilità di affermazione ne hanno il medesimo potere. L’unico partito dotato di potere effettivo, ben al di là del suo consenso elettorale,  è  Forza Italia, che avendo il dominio incontrastato della televisione è in una condizione di supremazia  di fatto. Il lavoro che è stato assegnato a Renzi consiste nel  consentire a tutto ciò che serve per “legittimare” , anche sul piano formale, tale dittatura di fatto. Nonostante tutte le mie riserve che ho espresso e che mantengo nella sostanza, alle prossime elezioni europee voterò M5S, perché, almeno in apparenza, mostra di aver compreso la situazione e di volerla contrastare non so ancora con quanta coerenza, ma, al momento del voto, non vedo alternative possibili. L’astensionismo è di fatto un voto conforme al sistema che aborro; le liste di sinistra, quella “sinistra che non c’è” , appunto come mi piace definirla, non pare lontanamente in grado di capire la situazione, e soprattutto non si fa scrupolo di partecipare a un gioco truccato senza neppure denunciarle con forza il trucco. Almeno Grillo capisce che il problema delle tv è un problema imprescindibile. Chi mi conosce sa che di mio, non ho mai creduto al parlamentarismo. La democrazia ha bisogno di elaborare altre forme di organizzazione, perché quelle sin qui sperimentate, sul piano della democrazia reale è fallimentare, è la cosa è perfino nota dalla fine dell’800, ma la “sinistra che non c’è” e che oggi la si vorrebbe tale,  pare non ci abbia mai fatto caso. Tornando all’attualità, in Italia, la lista  Tsipras‎, già afflitta da problemi interni,   basandosi su personaggi che hanno dato cattiva prova di sé, sul piano politico, mi pare  condannata all’impotenza. Comunque a proposito di M5S, mi ripeto, trovo assolutamente distorcenti le campagne mediatiche “contro”  condotte anche su Fb,  da amici  che in qualche modo considerano ancora esistente la sinistra  in Italia, negando l’evidenza,  e riconoscendosi  nel mondo politico che si è dipanato dal vecchio Pci. Credo di aver già argomentato a riguardo su questo blog, e sono sempre disposto a ritornare sull’argomento. Ho votato SEL  in passato e Ingroia alle ultime politiche. Ingroia ha chiuso e SEL  sta per chiudere;   quanto pare è motivo di tensione all’interno della lista Tsipras , cui ha aderito. Concludendo voglio solo precisare che non intendo speculare, con ciò che ho detto qui, sui  problemi giudiziari di Nichi  Vendola, che esulano dalle mie motivazioni di voto, avendo, persino sul piano personale rimostranze concrete legate alla vicenda En.A.I.P che attende ancora la sua naturale e tragica conclusione, e in cui la Regione, così apprendo da avvocati cui mi rivolgo, ha responsabilità precise sul piano giuridico, nel senso che, con beneficio d’inventario, tocca alla Regione Puglia commissariare l’En.A.I.P e liquidare i creditori, forse non in via esclusiva, ma di fatto nessun altro è nelle condizioni di farlo, che sono prevalentemente ex dipendenti a cui non furono corrisposte svariate mensilità  nell’ultimo periodo di attività.   Tuttavia    tengo a dire che mi paiono assolutamente strumentali i problemi suscitati dalle vicende legate alla nomina di un primario di ASL,  mentre vedo qualche ombra reale in quelli legati alla vicenda Ilva. Devo comunque rilevare che nonostante tutto,  la Regione Puglia non potesse fare di più sulla vicenda Ilva, essendoci governi nazionali pronti a decretare d’urgenza  per proteggere i Riva.