Scrive Antonio Padellaro su il Fatto
Quotidiano del 6 gennaio del
2013 “… è
tutta la politica- intrattenimento a debordare incontenibile da ogni angolo
televisivo. Ma in fin dei conti è più normale un comico di professione che
strappa una risata o Bersani che imita Crozza che imita Bersani? Rassegniamoci:
la politica è un format con un preciso apparato di regole, come il Grande
Fratello o X Factor. Solo che il vincitore non andrà a Sanremo ma a palazzo
Chigi. Attori di una fiction collaudata, i leader di partito interpretano ruoli
ben truccati, disegnati e sceneggiati da esperti ghost
vriter
mentre con gli autori di fiducia essi provano e riprovano le battute
quelle che fanno titolo su giornali e tg” Il titolo del pezzo era,
manco a dirlo, “Guida
alle elezioni. Per non farci prendere in giro.” Mi piace a volte citare chi scrive per mestiere,
e che sicuramente scrive meglio di me,
per dire cose che, appunto, non
saprei dire meglio. Il problema è serio perché il livello di manipolabilità
dell’elettorato italiano è giunto a livelli davvero preoccupanti. Berlusconi
attacca Monti come se fosse il suo peggior nemico eppure aveva, nel parlamento
appena licenziato, tale maggioranza da condizionare pesantemente sino alle
dimissioni se avesse adottato provvedimenti non condivisi, cosa che poi ha
fatto solo per dare avvio alla
drammatica sceneggiata cui siamo costretti ad assistere. Infatti la legislatura è praticamente conclusa, e con
questo presunto anticipo si è consentito a Napolitano di vanificare la raccolta
di firme per il referendum abrogativo delle leggi iperliberiste in materia di
lavoro subordinato, tra Sacconi e Fornero. Cosa analoga fa Bersani che, come mi
è successo di dire in altri post,
adotta lo schema di fare campagne elettorali di sinistra per
attuare linee di governo liberiste. Il gioco si spinge fino a fargli avanzare
riserve sulle spese assurde per acquistare dagli Usa i famigerati F35, aerei da combattimento che ,a quel che
si legge sui giornali di maggior diffusione ,soffrono la pioggia. Aerei
acquistati col suo voto favorevole neppure troppo tempo addietro. Promette maggiore equità sociale senza
spiegare, credibilmente, il perché del sostegno al governo Monti invece di
elezioni anticipate, sostegno che ha consentito la peggiore politica sociale ed
economica mai subita dal paese, in omaggio conclamato ad iniziative meramente
speculative delle grandi banche sul debito pubblico italiano e non solo. Proprio
oggi leggevo su Fb che Monti possa essere in prima persona il promotore dell’ondata
speculativa sul debito pubblico italiano che ha dato l’impulso primario all’allarme
spraed in seguito al quale Monti è diventato Presidente del Consiglio. E
tuttavia tale notizia aggiunge poco al
quadro politico economico, perché in ogni caso non è credibile che abbia preso
tale decisione in perfetta solitudine. Il
salvataggio dell’Italia sull’orlo del baratro, o l’impellente necessità di archiviare Berlusconi nel caso fosse stato
ancora in grado di racimolare una maggioranza per ogni provvedimento, fanno
parte del teatro dell’assurdo, come assurdo e surreale è il clima televisivo in
cui è possibile raccontare queste bugie senza tema di smentita. Il
tutto fa parte, come giustamente diceva Padellaro di una commedia studiata a
tavolino. Il problema è che sono sceneggiati che non vanno in onda per la prima
volta, ragion per cui è ragionevole attendersi che l’elettorato sia ormai
scottato dalle precedenti esperienze.
E, in effetti,
con il fenomeno denominato “antipolitica” che ha designato un campo dominato in
prevalenza dal fenomeno Grillo, sembrava che una parte assai consistente dell’elettorato italiano avesse, per così
dire, “mangiato la foglia”. Il fenomeno è regredito non solo per il limiti
insiti nell’operazione 5 Stelle che
è stato il prodotto di tale clima, ma anche e soprattutto per l’insistente battage che il Pd, Vendola anche, e tutto
il popolo di sinistra ha insistentemente condotto contro Grillo, e questo
nonostante in Sicilia la giunta di sinistra sia minoritaria, dipendente quindi
dai voti di Grillo o del centrodestra. Ma la svolta assolutamente decisiva, che
ha riabilitato il senso di “politica” ossia il politichese deteriore, è stata
determinata dalle primarie del Pd- centrosinistra. Vendola, purtroppo, ha retto il gioco,
determinando così la fine di quella sorta di protagonismo nella vita politica
italiana che lo ha caratterizzato per qualche tempo. Il problema è che l’idea,
si badi bene, solo l’idea delle primarie, è piaciuta agli italiani. Con queste
si è generato la grande bufala per cui i
cittadini, estromessi dalla possibilità di “contare” nelle istituzioni, per non
poter esprimere candidati nelle elezioni autentiche, riacquistano tale diritto
attraverso le primarie. E’ bastata la semplice possibilità di votare alle
primarie per riaccreditare il sistema politico agli occhi degli elettori, o di
buona parte di essi, o di quelli rappresentati come la maggioranza dai
sondaggisti. Renzi poi è scomparso dalla
scena, e col senno di poi, mi vien da credere che abbia lavorato solo per la
patria, ossia Pd + PdL insieme. Quelle del Pd sono state finte primarie,
dall’esito scontato in funzione delle scelte dell’apparato mediatico combinato
ad una partecipazione minoritaria dei potenziali elettori , salvo poi a far
gridare al successo tutto l’apparato mediatico nel suo insieme senza
distinzione di sorta. E’ tale unanimismo mediatico su un risultato
oggettivamente modesto che svela il trucco. Nessun giornale berlusconiano,
quelli sempre “contro” sempre in polemica con “la sinistra” perfino se si
discute di aria fritta, ha sottolineato la modestia dei due milioni di votanti
alle primarie del Pd-centrosinistra, su un potenziale che si potrebbe aggirare come minimo, sui dodici milioni circa di
elettori di centrosinistra. La sceneggiata si è spinta sino a far credere agli
elettori di centrodestra che ci sarebbero state delle primarie anche per loro.
In un paese serio tale annuncio sarebbe stato accolto con una grandissima
manifestazione corale di insofferenza per l’immensità della sciocchezza.
Infatti Berlusconi è sceso in campo solo dopo che, dal punto di vista del
consenso generale, si è ripristinata la legittimazione della “politica”,
essendo egli, giustamente, il principale capro espiatorio per le malefatte della stessa “politica”. La
gente di sinistra, dando prova di scarsa coerenza, ha poi preferito addossare
alla trasmissione di Santoro di “Servizio Pubblico” andata in onda con la presenza
di Berlusconi il 12 gennaio, la rimonta
del medesimo Berlusconi nei sondaggi, salvo poi a verificare che i sondaggi
pubblicati dopo la trasmissione erano basati su rilevamenti fatti prima della
trasmissione stessa. In quella circostanza si è voluto ipotizzare uno scontro
tra Santoro e Berlusconi, che non ci poteva essere avendo i due ruoli diversi
da recitare sul palcoscenico. Invece si voluto dare parvenza di verità ad una
situazione impossibile da proporsi, perché nella circostanza di quella
fortunata trasmissione gli obiettivi dei due personaggi erano assai diversi, e
tra i due Santoro ha realizzato i suoi in termini di ascolti ,più di quanto non
lo abbia fatto Berlusconi che cercava una rimonta che a tutt’oggi non è
avvenuta se non in piccola parte. Inoltre è stato Berlusconi, con l’assenso più
o meno tacito del Pd a cacciare Santoro dalla Rai, con l’idea che non potesse
più fare televisione. Invece Santoro è rimasto in campo e si è tolta la
soddisfazione di vedere Berlusconi che tornava da lui per avere la visibilità
di cui sentiva il bisogno in quella circostanza. Inoltre Ruotolo è in lista con
Rivoluzione Civile di Ingroia facendo così di quella trasmissione il più forte
insediamento mediatico di quella formazione. Detto questo bisogna rilevare la
notizia pubblicata da “Il Fatto Quotidiano”
del 21 Gennaio, in prima pagina, con una
titolazione importante, “ DERIVATI, ABBUFFATA DELLE BANCHE” cui segue l’art. di Filippo Barone.
La notizia è di quelle buone per cui la Regione Puglia, per l’impegno di Nichi
Vendola ha strappato 870 milioni di euro nientemeno che alla Merrill Lynch, che
si è obbligata a non rifilare più titoli tossici alla Regione Puglia., come ha
fatto in passato e come fa con Comuni, Regioni e Province, oltre, naturalmente
lo Stato. Ecco questa è una cosa seria
di cui si dovrebbe parlare molto ma non se ne parla affatto. Se vivessimo in un
sistema mediatico corretto, non asservito, questa notizia avrebbe fatto il giro
di tutte le redazioni, con servizi e interviste ai protagonisti di una vicenda
complessa, che ha per protagonisti oltre a Vendola, giudici delle procure di
Bari e Milano, oltre ai diversi legali. Invece tutto tace, tranne,appunto “Il
fatto Quotidiano”. Il vero tema sul tappeto di questa campagna elettorale che
dovrebbe essere esplicitato, è la massa di denaro che dovremo pagare alle
banche truffaldine in conto interesse per il nostro debito pubblico, debito che
non accenna a diminuire nonostante i tagli. Nessuno dice quanto sia strumentale
tutta questa faccenda. Non vi è nulla di obiettivo, nulla di credibile, solo
che in questa campagna elettorale tutti parlano d’altro, fanno promesse che non
hanno intenzione di mantenere come sempre, avanzano teorie bislacche su questo
e su quello, insomma si vende fumo. Al contrario è assai credibile Salvatore
Settis che a pag. 24, de “La Repubblica” di martedì 22 Gennaio scrive “QUEI SABOTATORI DELLA COSTITUZIONE” adombrando il pericolo di modifiche sostanziali della
costituzione in senso liberista, tradendo lo spirito originario, anche nella
prossima legislatura come si è già cominciato a fare, dando fondato
seguito alla sensazione che già mi
pervade, per cui molte cose sono già scritte, comunque vadano queste elezioni. Il dato obiettivo è che in questa crisi a
spirale che ci affligge, ogni forza politica ha, come obiettivo di queste
elezioni, il raggiungimento di scopi assai parziali, e se e quanto questi
obiettivi collimino con l’interesse generale del paese, è cosa di là da
vedersi. Le destre di Berlusconi e Monti, ad es. sanno di non poter vincere, e
per questo il loro obiettivo è quello di ottenere al senato, grazie ad una
legge elettorale assurda e inaccettabile, una situazione di stallo, in modo da
condizionare il centrosinistra costringendolo a patti espliciti, e così Ingroia
insegue la possibilità di poter essere, nella migliore delle ipotesi il controllore
di quel numero di seggi che possa servire al centro sinistra per governare.
Nessuno riflette che per questa via, con i ricatti in negativo, non si cambia
nulla. Sullo scandalo della banca del
Monte dei Paschi di Siena, la più antica in attività, se ben ricordo, c’è poco
di che stupirsi ma assai di che essere ripetitivi. Grillo ha ragione, la banca
va nazionalizzata, e non solo essa. Il mito liberista del “privato è bello” si
scontra da qualche secolo con la realtà dei fatti. La crisi purtroppo evidenzia
e sottolinea il dato mascherato da una asfissiante propaganda in cui hanno
creduto anche le forze di sinistra. In
questi giorni si sta consumando un dramma che mi coinvolge e che riguarda la
crisi dell’En. A.I.P . che a quando pare chiude, e comunque ha cessato le
attività, almeno al momento, lasciando senza lavoro, salvo miracoli sempre
auspicati e attesi, diversi colleghi miei. Io sono divenuto un esodato, e il
tema è sempre quello. Con questo sistema iniquo per cui si svolgono attività
private, anche con scopo di lucro, solo e soltanto con denaro pubblico. So bene
che il tema della Formazione Professionale in Puglia come in altre parti del
Paese non gode di buona fama, o per
essere più precisi, c’è una convinzione diffusa che gli addetti alla formazione
non lavorino granché, con l’aggravante della vulgata per cui il sistema è
fondato esclusivamente sugli interessi degli addetti, selezionati con
accentuati criteri clientelari. Tuttavia questa visione delle cose è
fuorviante, perché lo scambio incivile
tra clientes e il dominus si risolve a vantaggio assai
prevalente di quest’ultimo, a danno dell’intera società . In Puglia onestamente gli spazi per una formazione professionale
autentica sono limitati, e ritenere che se ne possa fare comunque è davvero uno
spreco di risorse. Il sistema tra le diverse contraddizioni, soffre
essenzialmente di un carattere privatistico improprio che costringe lo stesso a
produrre risultati obbiettivamente irraggiungibili. Solo il pubblico potrebbe
consentire attività che, svincolate dall’assillo del profitto a tutti i costi, e
commisurate alla bisogna, siano effettivamente produttive. Oltre a ciò il
sistema soffre di una contraddizione tipica del postmoderno, ossia l’assoluta
confusione tra formazione come socializzazione, come diritto di cittadinanza e
formazione professionale intesa come avviamento ai lavori specifici. In realtà
il lavoro non c’è, e si concepisce specie per l’obbligo formativo, una finta
finalizzazione alla formazione lavorativa per ragazzi assai bisognosi, invece,
di una formazione tout-court . C’ è
una scuola di pensiero che sostiene la teoria per cui la presenza sul
territorio di manodopera specializzata attiri investimenti. Il lato debole del
ragionamento è che, nella migliore delle ipotesi, bisogna spendere risorse altrimenti
fruibili con maggior beneficio per la collettività. Bisogna approntare la specializzazione
di manodopera che, sempre nella migliore delle ipotesi, risulterà necessariamente
eccedente il fabbisogno. Questo in un
contesto culturale che ha abrogato di fatto la psicopedagogia, col risultato di
vedere docenti ingegnarsi sino all’inverosimile per proporre alle ragazze e ai
ragazzi, temi di impegno scolastico che incroci il loro interesse. I successi
non esistono o sono fittizi. In realtà ciò che conta è la qualità del rapporto
umano e psicologico che si riesce ad instaurare con i ragazzi difficili, ma
guai a dirlo. Una piccola consolazione mi rimane, insieme al danno economico
assai rilevante che la vicenda mi arreca, e consiste nel ricevere telefonate da
ragazzi che cercano consiglio a distanza di qualche anno, per i problemi che riscontrano
nell’oggi, e sono ragazzi rifiutati dal sistema della scuola pubblica, ma che
da me hanno accettato, senza protestare,
lezioni sulla Divina Commedia e sulla storia di Roma, argomenti
generalmente considerati improponibili a quel tipo di allievo. Il corso era
finalizzato alla mansione dell’Operatore Turistico, l’ultimo corso effettivamente mio della mia carriera lavorativa. Il
sistema non va perché gestito male. L’altro punto debole della teoria su
esposta è che come mi è successo di verificare, è assai difficile motivare
ragazzi in difficoltà di socializzazione, come amavo definirli in una trascorsa
vita lavorativa, a impegnarsi per ottenere qualifiche professionali che non
rientrano nel loro vissuto. Altra discorso è l’alta formazione. In Puglia ha avuto
esiti positivi e questo è sicuramente un bene. Il fatto che gli addetti non lavorano, questo non risponde al vero, o
comunque vi risponde in misura omogenea a qualsiasi categoria lavorativa di
quello che una volta era il ceto medio.
Il danno consiste nel ritenere queste attività compatibili con la
ricerca di profitto, ma non è così. Le attività umane sono sempre rivolte ad
uno scopo, e pensare di far combaciare finalità diverse è una illusorio se si
parla di attività relazionali. Soleva ripetere un mio caro amico e collega, :
non si possono servire due padroni.. o dio o mammona.