mercoledì 9 dicembre 2015

La guerra, Renzi e la Storia. Fine. Le tragedie di Parigi


 Ora mentre mi accingevo a chiudere questa lunga e lenta riflessione su Renzi e la guerra, scoppiano, anche nel mio cervello, le bombe e le stragi di Parigi, avvenute il 13 novembre dell’infausto anno 2015. Intanto i primi colpevoli, subito dopo chi ha materialmente ucciso o causato la morte di civili inermi, sono sicuramente i governanti francesi e i loro apparati di sicurezza. Non si tratta solo di responsabilità oggettive che nessun commentatore richiama con la dovuta risolutezza pur essendo evidenti e reiterate. Vi devono essere sicuramente altre responsabilità. Se i cd. terroristi sono persone legate alle guerre mediorientali e africane, di sicuro la circostanza riporta a responsabilità delle “intelligence” occidentali che in questa occasione si sono rivelate assai poco intelligenti come i politici che ci governano, come qualche commentatore ha già rilevato, (il solito Travaglio) e in tal caso i responsabili andrebbero sicuramente rimossi. Ma nessuno parla di rimozioni ai vertici degli apparati di sicurezza, quindi sono ritenuti affidabili dai rispettivi governi.  Questo indurrebbe a ipotizzare che la provenienza geopolitica degli attentatori sia diversa, e quindi del tutto inaspettata e questa circostanza attenuerebbe, in ipotesi, le responsabilità dei sevizi di sicurezza. La mia sensazione è che le informazioni in possesso del vasto pubblico siano del tutto incomplete o del tutto fuorvianti. In parole povere non ci si capisce nulla, tranne appunto il dato che ci sono troppe cose che ignoriamo. Probabilmente vi è una “guerra nella guerra” un circuito separato di cui ignoriamo tutto all’interno del quale ci si affronta con i sistemi che comprendono anche le strage di innocenti. Gli schieramenti che si confrontano potrebbero essere del tutto diversi da quelli noti. Insomma questa guerra mondiale postmoderna si caratterizza per una estrema opacità, infatti nessuno conosce i veri schieramenti in campo. Si rincorrono le notizie, anche sui media di grande diffusione, che il Qatar, Arabia Saudita, Turchia stanno con l’Isis, dopo di ché non si comprende contro chi il socialista François Holland presidente della repubblica francese, che vuol cambiare la costituzione al canto della stupenda Marsigliese, voglia fare la guerra. Intanto l’abbattimento dell’aereo da combattimento russo ad opera dei turchi, avvenuto sui cieli della Siria il 23 novembre ’15, apporta un elemento di chiarezza sugli schieramenti in campo. La Turchia, la Nato tutta che si è schierata con essa, protegge l’Isis, senza se e senza ma. Allora torna a risuonare la domanda: contro chi vuol fare la guerra il presidente francese François Hollande?. Purtroppo non è l’unica domanda perché a questa se ne aggiunge un’altra: atteso che in Siria e non solo una guerra è già in corso, chi vi ha dato inizio?. Certo qui i ben pensanti tornerebbero a parlare di Bashar Hafiz al-Asad, presidente della Siria. Ma di quali particolari colpe si sia macchiato non è dato sapere, alla stregua di Muʿammar Muammad Abū Minyar ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī, alla stregua di Saddām usayn ʿAbd al-Majīd al-Tikrīt. In comune hanno il fatto di essere stati designati dall’Occidente, o dagli Usa, o col loro beneplacito a governare territori una volta colonie, già oggetto di conquiste coloniali, da sempre nella sfera di influenza occidentali che ad un tratto mancano di servilismo nei confronti dei loro ex padroni. Insomma costano troppo o vogliono di più per se stessi, e così comincia una operazione di puro terrorismo nei loro confronti che costerà loro la vita tranne che per il siriano Assad abbastanza furbo da farsi appoggiare dai russi e dagli iraniani. In qualche modo gli occidentali devono riconquistare terreni ricchi di petrolio e devono ancora sconfiggere la Russia. In questo c’è tutta la portata della crisi dell’Occidente. Ossia si sono vanificati gli sforzi del passato per dominare il mondo e ora sono nelle condizioni di dover ricominciare tutto daccapo. Tuttavia la crisi persiste, e tra le varie conseguenze sul piano dell’egemonia anche interna, non hanno più uomini disposti ad arruolarsi per la bisogna. Certo esistono gli eserciti mercenari ma sono costosi e relativamente autonomi. Devono convincere i giovani occidentali a partire ancora per la guerra, e per questo obiettivo si compiono le stragi. Il copione pare ripetersi dal crollo delle Torri Gemelle di tragica memoria. Ha un bel dire lo storico di regime rispondente al nome di Paolo Mieli per convincere i più dell’inesistenza di “dietrologie” oltre i fatti tragici su cui le versioni ufficiali non convincono minimamente per essere lacunose e contraddittorie. Tornando alle recenti tragedie francesi non c’è nessun nesso logico tra i fatti e le decisioni politiche prese di seguito dal governo francese e da tutte le potenze occidentali. La Siria è già sotto bombardamento, e la sensazione è che le diverse potenze occidentali vogliono il controllo diretto dei pozzi petroliferi mediorientali, anche in concorrenza tra loro.  Di qui la corsa ai bombardamenti che hanno il compito di sostenere le bande che per terra si affrontano per il controllo del territorio in vece loro. Nessuno riflette a sufficienza sul fenomeno dei cd.foreign fighters” che numerosi, guarda caso, partono dall’Europa. Come è possibile non ipotizzare che questi elementi siano arruolati e addestrati dai nostri servizi segreti?.  L’Isis come soggetto autonomo non è credibile se la Turchia per difenderlo giunge ad abbatte un aereo russo. Quindi neppure gli arruolamenti sono autonomi. Renzi, ben consapevole di questa situazione si sottrae al comando “armiamoci e partite” perché ritiene di non avere sufficienti ricompense per sé. Infatti egli vorrebbe il controllo della Libia ma non glielo consentono, e per questo si rifiuta di bombardare in Siria, dove obiettivamente non abbiamo interessi diretti, al contrario dei francesi e dei loro “alleati” (o forse dominatori) tedeschi, i quali a loro volta risultano essere i veri dominatori della Turchia. Infatti la Merkel li finanzia con i soldi nostri con i pretesto di gestire i rifugiati siriani che scappano dalle loro medesime bombe. Ove cessassero, cesserebbe immediatamente il fenomeno di queste vere e proprie deportazioni.   Quindi il vero scontro è ancora con la Russia, da un lato e contro quei governanti poco ligi agli ordini. Renzi, e qui concludo la riflessione su questo personaggio, ha la statura culturale di un bulletto di periferia,  Devo confessare che ogni volta che sento di stragi di persone inermi coinvolte per pura casualità mi sento una morsa che mi attanaglia lo stomaco. Non mi abituo mai. Ricordo come se fosse ora le sensazioni di sgomento e di frustrazione da impotenza che mi presero quando sentii della strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura il 12 dicembre 1969, e ciò che ne seguì, il depistaggio a danno degli anarchici la terribile fine di Giuseppe Pinelli morto precipitando dal quarto piano della questura di Milano. Orbene da allora quella strage, su cui non si è fatta mai piena luce, fu chiamata giustamente “Strage di Stato”. Il terrorismo, senza ombra di dubbio è una risorsa degli stati occidentali cui ricorrono per perseguire fini particolari generali. Quello più ricorrente è quello di riprendere in pugno una situazione che sta per sfuggire di mano.   Il quadro della situazione a pochi giorni dai fatti cruenti di Parigi comincia ad avere e qualche elemento di decifrazione. Innanzitutto colpisce il cliché usato dalle autorità francesi sia in occasione della strage al giornale satirico Charlie Hebdo che in quella più recente. Ossia il fatto che dopo l’attentato, si rivela che gli esecutori erano personaggi noi ai servizi di sicurezza e attenzionati. Costoro quindi si sottraggono alla sorveglianza per compiere gli attentati, ciò ripropone il problema della efficienza dei suddetti servizi, o cosa che ritengo più probabile, della loro connivenza.   I media battono il tasto della guerra dei valori, per cui noi occidentali rappresenteremmo la civiltà contestata dai barbari mussulmani. Questa rappresentazione della realtà è cosi strumentale da lasciare atterriti se si volesse salvaguardare la buona fede degli operatori dei media che la propinano. Si dimentica con estrema ignominia per quelli della memoria corta, che il metodo terroristico, quello di compiere stragi di persone inermi e selezionati in modo del tutto casuale e successivo depistaggio, appartiene in pieno alla storia nostrana e alle nefandezze della nostra civiltà occidentale. Noi occidentali queste cose le abbiamo fatte per primi, e noi italiani dovremmo ricordarcelo perché siamo stati il primo paese dell’occidente sviluppato a subire questo tipo di attentati, in un contesto in cui i mussulmani sicuramente non erano sulla scena. La Francia, nonostante i recenti lutti è ancora distante, nella tragica graduatoria delle stragi subite, dall’Italia che dalla fine degli anni ’60 agli anni novanta fu afflitta da stragi rimaste senza spiegazione logica ne giustiziai di sorta. Non si è fatta piena luce su quella storia e ora si vorrebbe che fosse chiara la scena delle stragi di Parigi. L’ingenuità e la creduloneria richiesti per accettare questo stato di cose esorbitano dal più elementare buon senso. Solo la grande potenza mistificatrice dei media può cimentarsi con questo compito di renderle verosimili. Di certo gli avvenimenti di Parigi costituiranno un avvitamento su se stessa e un balzo in avanti della crisi internazionale.  La sua vicenda è in atto, ragion per cui nessuna considerazione può essere definitiva. Alcuni elementi mi paiono incontrovertibili, e cioè che la sua permanenza a capo del governo italiano è contraddistinto da una linea politica che è di assoluta continuazione della “riforma” (un tempo si sarebbe detto “controriforma”) di stampo liberista, si badi bene, risulta essere, storia e filosofia alla mano, una approssimazione, ora in meglio ma perfino in peggio, per taluni spetti, di un regime nazista. E’ tutto qui il busillis. Renzi ha avuto il fegato di imporre una accelerazione nel processo di regressione dalla democrazia riveniente dalla resistenza e da una concezione illuminista dello stato. Gli va riconosciuto questo coraggio. Starebbe riuscendo dove Berlusconi ha fallito per aver preteso un prezzo alto per sé stesso e per la sua famiglia, mentre Renzi, sarebbe più a buon mercato. In cambio ha una ambizione politica irrefrenabile, e è da questo elemento che credo vengano i pericoli peggiori, anche per sé. Ovviamente questi processi non sono lineari, e sono contraddetti dalla complessità dei problemi da affrontare in presenza di poco discernimento e capacità di visione prospettica, di cui, ad es. è provvisto Prodi, e per questo è così osteggiato da coloro che invece preferiscono l’uovo oggi perché,  come suonano i celebri versi di Lorenzo dei Medici “di doman non v’è certezza” regnando sovrana l’incertezza anche sulla giovinezza odierna.