Pare anche a me che Casaleggio
sia un personaggio degno di nota nel panorama attuale contrassegnato da un
deterioramento praticamente irreversibile della situazione italiana sotto ogni
profilo. A suo onore va iscritto la tenacia con cui, ha voluto il M5S insieme a
Grillo, e, per quel che se ne sa, al di fuori di interessi economici personali.
Non come Berlusconi, per intenderci. Va
comunque ascritto a suo merito il relativo successo ottenuto in un tempo
relativamente breve. E’ stato un politico sui
generis che ha sfidato come ha potuto la dittatura mediatica della
televisione, al contrario di Berlusconi, che invece ha fatto della televisione
la sua arma risultata vincente, soprattutto perché incontrastata. Casaleggio
invece è stato un temerario, perché ha scommesso sul superamento della televisione
e l’esaltazione oltre ogni limite razionale della rete telematica, concepita ambiente
liberatorio, in grado, in quanto potenza tecnologica contrassegnata da novità,
a sviluppare, di per sé, relazioni intrinsecamente diverse tra gli uomini,
quasi che il meccanismo delle relazioni umane potessero sviluppare un ruolo che
prescindesse dagli umani medesimi. In questo sta il suo fascinino e la sua
intima debolezza. Le relazioni umane sono tali a prescindere, in ultima analisi,
dagli strumenti che si usano. Certo che lo strumento conta, ma entro certi
limiti e sino a un certo punto. Il problema della televisione non consiste solo
nello strumento in sé, ma nell’uso che se fa e nel controllo assoluto che una
cerchia relativamente ristretta di persone detiene, nel proprio esclusivo
interesse, sostanzialmente contro gli interessi di una cittadinanza comunque
connotata. Nulla vieta, al contrario, si sta marciando proprio in questa direzione,
che gruppi finanziari che controllano le televisioni siano della stessa natura
di quelli che controllano anche la rete. Certo si possono sempre fare reti
nuove ma non credo che per questa via si risolvano i problemi. La visione di
Casaleggio ha questo grande difetto, non concepire la società come un classi
intrinsecamente contrapposte, e il controllo dei mezzi di comunicazione è stato
un capitolo che ha fatto dire a qualcuno che la lotta di classe era finita
perché uno dei contendenti aveva già vinto. In effetti la vittoria della grande
finanza nel mondo occidentale è totale e abbagliante. Questo non vuol dire che
sia definitiva perché nulla in questo mondo è dato per sempre. Tuttavia
Casaleggio, conseguentemente ha voluto combattere la sua battaglia, questa
battaglia ed è stato decisamente contrastato. Io, come vado dicendo, ho votato alle ultime politiche e alle
europee, M5S. Non so dire sino a quando lo farò, ma di fatto il terreno reale
su cui ha progredito M5S, non sono le idee di Casaleggio medesimo per le loro qualità
intrinseche, ma per il vuoto che la sinistra italiana, che definisco “la sinistra
che non c’è”, ha lascito. Un vuoto politico che inevitabilmente andava
ricoperto. Casaleggio comunque il problema della comunicazione, e dei suoi
rilessi in politica se li è posti, cosa che a sinistra non è accaduto. Per
questo essa “sinistra” lascia campo libero ad altri. C’è Travaglio, ad es. che
negando di essere di sinistra fa il lavoro che dovrebbe fare uno di sinistra,
con qualche contraddizione legata la fatto innegabile che proprio di sinistra
non è; ci prova pure papa Mario José Bergoglio, detto Francesco non a caso, che
anziché risolvere davvero i problemi assai seri del Vaticano, legati
sostanzialmente alla trasparenza dello Ior, istituzione per me assai dannosa e
da cancellare, imbastisce processi rocamboleschi a danno di due giornalisti
italiani senza che nessuna istituzione reagisca. E’ in questo squallore spicca
positivamente anche un personaggio, modesto, a parer mio, come Gianroberto
Casaleggio. Che a terra gli sia lieve.
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