giovedì 11 maggio 2017

Le elezioni presidenziali in Francia



L’ampio spazio dedicato dai nostri media alle elezioni presidenziali francesi ha suscitato tanta emotività e partecipazione dalle nostre parti. Del resto è questo lo scopo di tutte le operazioni condotte con strumenti della comunicazione di massa. Si è voluto far credere che in palio ci fosse la democrazia, rappresentata dal vincitore e neopresidente francese Emmanuel Macron, contro il fascismo, del resto dichiarato, di Marine Le Pen. Ovviamente per tutti i democratici la scelta era obbligata, e così anche la sinistra italiana, esattamente quelle che amo definire “la sinistra che non c’è” ha fatto il tifo per Macron e poi ha esultato per la sua vittoria. In verità alcuni commentatori e tra gli altri Giannini su “La Repubblica e Travaglio su “Il Fatto Quotidiano” hanno precisato che il sentimento di trasposizione che molti hanno provato, e che molti politici hanno strumentalizzato, Renzi per primo, era infondato, per la semplicissima ragione che noi siamo italiani, cosa di cui ci scordiamo tante volte, mentre tantissime altre volte il dato ci viene ricordato assai strumentalmente e per motivi ignobili. Ora che per l’Italia sia un affare la vittoria di Macron è cosa da verificare, mentre la eventuale fuoriuscita della Francia dalla Unione Europea, propagandata da Marine Le Pen, avrebbe avuto per noi ripercussioni tutte da discutere e verificare. Insomma Macron rappresenta ed ha esplicitamente rappresentato gli interessi dell’Europa a trazione tedesca. La propaganda dei nostri media ci vieta di prendere coscienza in modo diffuso, che questa Europa ha rappresentato un disastro, che in altri post, ho, credo a ragion veduta, paragonato agli esiti di una guerra, continuando a sostenere che di questo si è trattato, degli esiti più autentici e definitivi del secondo conflitto mondiale. Di modo che chi ha perso la guerra sul fronte militare, l’ha poi ampiamente rivinta sul piano politico ed economico sia pure a distanza di tempo. Infatti la Germania si è riunificata, ha imposto con l’unione europea avallata dagli Usa la sua moneta come moneta dell’Europa, cambiandole semplicemente il nome, e, col meccanismo assurdo e demenziale accettabile solo da un ceto politico corrotto, colluso e abominevole, ha lascito il cd “debito pubblico” che vale solo per gli altri ma non per la Germania medesima, a marcare ancora differenze di valore tra gli euro delle diverse nazioni. Di modo che la moneta unica è semplicemente una truffa, perché essa è una merce tra le altre e per gli italiani questa merce è molto più cara che per la Germania con ciò vietando qualsiasi possibilità di ripresa autentica per noi. Ebbene Macron è il campione di questa politica e la “sinistra” italiana ha esultato per la sua vittoria. Insomma il busillis consiste nel fatto di ritenere di essere ancora nel secolo scorso, in cui era ipotizzabile (anche se il dato non è vero sino in fondo) che ci fossero partiti autentici portatori di valori che potevano anche essere contrapposti tra loro. Oggi, e da tempo non è più così. I partiti politici di un tempo non esistono più, e con queste elezioni in Francia, il dato viene ampliato e reso un fenomeno ancora più evidente. Macron ha dissolto il partito socialista francese, mentre la Le Pen ha assorbito quello repubblicano; a sinistra è rimasta una formazione di testimonianza “La France insoumise” di Jean-Luc Melenchon, e anche questa formazione, per fortuna, ha superato in voti il partito socialista. Tutto ciò con la contrapposizione fascismo- antifascismo non centra assolutamente nulla, tant’è che lo stesso Melenchon, non a caso, ha avuto problemi ad accedere a questo schema. Infatti non ha dato indicazioni di voto per Macron. Costui è palesemente un uomo designato dalla finanza, e a costei la cultura dell’antifascismo le è assolutamente estranea, anzi è la protagonista di una acquisizione diretta del potere politico sottraendolo a quei ceti che di mediazione politica hanno fatto la loro ragion d’essere. In Italia il protagonista di questa operazione dovrebbe essere stato Renzi, ma costui è uno stupido, ignorante e incompetente. Ha scalato, per paura di non farcela da solo, un Pd in profonda crisi, per liquidarlo poi. Ma non ce l’ha fatta. Perso il referendum che doveva consacrarlo leader vita natural durante, ha rimesso mano, i modo davvero bieco, alle primarie del Pd, col risultato di prolungare la vita di questo organismo ridotto a grumo di mero potere, senza nessunissima progettualità politica che non sia quella di inseguire le linee dettate da Salvini.  Macron, al contrario, si è dimesso da ministro del governo Hollande per candidarsi con un movimento “nuovo” certo con l’appoggio dello stesso Hollande, ma ora è leader svincolato, forse fin troppo, da qualsiasi partito tradizionale. Questo tipo di operazione doveva essere la stessa che ha portato Renzi al potere in Italia, ma Macron, dimettendosi da ministro e fondando un suo movimento ha avuto un coraggio impensabile in Renzi, che mai si sarebbe dimesso a rischio di sparire dalla scena che conta. Così come è introvabile in Renzi la preparazione e gli studi che invece ha coltivato Macron.  Tutta l’Europa, si guardi soprattutto all’est, è attraversata da movimenti che profondamente impregnati di valori nazisti, a volte richiamati apertamente. La politica nuova va in questa direzione qualunque sia il volto che presenta caso per caso. La sinistra, quella italiana i particolare, ha perso da tempo le ragioni del suo esistere, (ma su questo mi ripropongo di tornarci sopra in un prossimo post) per cui quel che sopravvive di essa è un residuo del passato, keynesiana in economia, (Keynes, a proposito, è stato messo al bando in Turchia, a testimonianza neppure primaria dello scempio di cultura e democrazia che sta avvenendo in quel Paese) incapace di prendere posizione ferma e coerente su tutti i problemi di grande attualità, dalla corruzione all’euro. Penoso che il suo proiettarsi sulla situazione francese per tifare Macron.

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