venerdì 22 ottobre 2010

Il caso Scazzi di Avetrana, e i danni della televisione.

Per quello che è dato capire, dalla mole immensa delle informazione sull'evento, che credo impossibile da seguire, salvo ad essere affetti da curiosità morbosa e da disoccupazione cronica, le dinamiche psicologiche e relazionali che hanno portato all'omicidio della sfortunata ragazza, appartengono alla normale quotidianità di tutti noi a prescindere dalla percezione chese ne ha. Quelle ragazze sono uguali a tante altre che vivono le nostre cità e soprattutto le periferie delle nostre città. Bambine divenute adulte precocemente e traumaticamente, destinate ad essere, per ciò stesso bambine a vita; bambine che trovano insopportabile la vita in famiglia, e che vedono nei rapporti con l'altro sesso, una possibile via di fuga da intraprendere con tutta la forza della disperazione che avvertono. I meccanismi di gelosia quindi attengono a questi sogni, o illusioni. E per concretizzarne uno si uccide, così   tranquilklamente, poichè il prossimo per loro non c'è, sono disperatamente sole in un modo di cose appena animate, di oggetti seriali senza senso, uno in più o in meno non cambia nulla. Questo è soprattutto il danno che deriva da una società che ha abolito la cura dei figli dalle proprie funzioni primarie, soppiantata dalla necessità di lavorare, mentre i figli sono soli davanti alla televisione,  e questi sono i risultati e così sia. 

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