sabato 4 febbraio 2012

La crisi della Sinistra, il tramonto dell’Occidente. (parte prima)


A partire dalla vicenda Lusi, esponente del Pd nonché tesoriere della ex Margherita, che maneggiava autonomamente un bel  po’ del finanziamento pubblico, aumentano i casi di coscienza tra i militanti  del Pd, che continuano a sostenere, non so con quanta serenità d’animo, il medesimo Pd. Sembrerebbe che io sia viscerale avversario di quel partito, ma invece credo che bisogna ragionare, senza dar spazio ad esasperazioni umorali, perché in questo momento credo sia un lusso che chiunque pratichi la partecipazione attiva nella vicenda sociale e politica, non si possa permettere. Il problema, secondo me, è che il Pd non è solo un aggregato politico dei nostri giorni, che sin dal suo apparire ha prodotto guasti autolesionistici di cui gli avversari, Berlusconi in primis, hanno beneficiato a piene mani; è anche l’erede di una storia che non è solo politica, ma  anche e, direi soprattutto, culturale. E’ una storia al negativo, cioè scritta con la gomma, cancellando quanto c’era già nelle  carte della sua storia, o di quella della maggior parte del suo gruppo dirigente,  ma senza aggiungervi nulla, anzi convenendo in modo sistematico  e convinto su quanto gli altri sostenevano, sino a pareggiare i presunti avversari anche nelle poco trasparenti pratiche affaristiche. In un colpo solo Il Pd ha liquidato con tratto breve,  la tradizione socialdemocratica e illuminista (lasciamo stare Marx ) che pure era legittimo aspettarsi di trovare nel suo dna.  Inutile ripercorrere tutta la vicenda dalla sua nascita, sostanzialmente caratterizzata dalla vocazione a crocifiggere Prodi,  che molti raccontano molto meglio di quanto sia in grado di farlo, a partire da Travaglio ma a finire dal più attendibile Gad Lerner  che vi milita, il quale  che nel suo “Il blog  del Bastardo”  ha  postato sabato oggi 4 febbraio 2012  un convincente post : “Quella scelta suicida per ragioni di cassa” .   che apprendo da una  segnalazione  sulla mia pagina di fb  operata da  Sergio Veschi. E’ una storia, mi ripeto, che  va vista in negativo, per quello che si sono guardati bene dal fare e che non hanno fatto pur essendo, secondo una logica comune ed elementare nel suo interesse di partito.  Questa vicenda, credo,   va letta seguendo due tracce, o meglio una traccia e il corrispettivo sottotraccia che necessariamente accompagna qualsiasi traccia.   Una è la vicenda che ci dettano le cronache su cui non credo si possa aggiungere altro, sen non la preghiera ai vari Rutelli,  per prima, ma anche a tutti gli altri che sui sono succeduti alla segreteria della Margherita, del Pds e del Pd,  di non aggiungere il danno alla beffa, che consiste nel tentar di far credere che i segretari politici non si occupino delle vicende finanziarie  dei propri partiti , mentre proprio quelle costituiscono l’oggetto principale se non esclusivo delle  loro cure.  Il sottotraccia cui alludevo, e che è il dato più importante per me, è   il dato culturale, come ripeto. E’ riscontrabile un vuoto pneumatico di idee. In ogni intervista dicono sciocchezze che contraddiranno sistematicamente in quelle successive, o che lasceranno cadere in una incoerenza davvero grandiosa. Non c’è un approccio culturale di fondo se non il liberismo di stampo anglosassone, che contraddice perfino la migliore tradizione illuminista dell’Europa. Ma l’adesione alle idee liberali al giorno d’oggi non giustifica la fondazione di alcun partito.  Insomma è come se fare un partito monarchico regime monarchico o un partito repubblicano (nel senso della rivendicazione dell’avvento di una repubblica) in regime repubblicano. Ma se il problema è il contrasto alle destre, esse andava fatto con strumenti culturali conseguenti, non certo i medesimi dei presunti avversari, in nome di una più corretta e coerente applicazione degli stessi. Oggi, per la pervasività dell’ l’apparato massmediatico, il meccanico adeguamento a luoghi comuni, anche per via di manipolazioni psicologiche, vieta ai più, di cogliere in tutta la sua gravità, una contraddizione del genere, che da sola condanna all’ineludibile insuccesso tutta l’operazione politica. Tutti i partiti esistenti sono liberali, compresi quelli che si fregiano coni simboli di Falce e Martello. Insomma sotto il profilo culturale, seguendo un percorso anche complesso con ovvi risvolti filosofici,  le vicende dell’89 che presuppongono l’evoluzione successiva del gruppo dirigente dell’allora Pci, hanno favorito non il superamento del marxismo, che ad essere sinceri, non era professato da nessuna forza politica presente nel nostro paese, già da tempo, e che non aveva bisogno di nessuna ulteriore rimozione, ma della stessa tradizione democratico-borghese di derivazione illuminista, cui in Italia, per dirne una, si uniformava sostanzialmente la medesima DC.  Questa tradizione è stata il veicolo effettivo della modernizzazione non solo Europea ma di tutto l’Occidente progredito. La sua  rimozione determina  l’autentico “l Tramonto dell’Occidente”.   (continua)

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