Cos’altro deve accadere?. Notizie di cronaca ci dicono
che in Grecia si va di nuovo al voto, e che come conseguenza presunta, ci sarà
una fuoriuscita ellenica dall’euro. Del resto il debito greco rimane
gigantesco, e assolutamente irrecuperabile. Il Fondo Monetario Internazionale,
la Banca centrale Europea, stanno applicando a stati europei ricette una volta
applicati a stati del terzo mondo. Attraverso il condizionamento politico si
inducono governi ad applicare ricette liberiste che sistematicamente hanno l’effetto non più di impedire lo
sviluppo a stati ex coloniali tradizionalmente
inseriti in aree di sottosviluppo, ma di far regredire stati una volta
sviluppati, e qualcuno addirittura con un passato coloniale importante come
Portogallo, e soprattutto la Francia. In somma raschiato il barile altrove, ora
tocca all’Europa. Il problema della Germania è evidentemente quello
di garantire la spoliazione di altri paesi a patto che qualcosa resti per le
sue banche e anche per i suoi cittadini. Sempre la cronaca ci dice che in
Italia c’è recessione, debito pubblico in aumento, e minori entrate fiscali, come
è logico in recessione. Gli effetti sono voluti e nient’affatto accidentali.
Che i professori della Bocconi fossero ignoranti lo sospettavo ma non sono certamente
stupidi. Lo Stato, unico strumento di politica economica, cessa di pagare
piccole imprese danneggiando l’intero sistema produttivo del paese, inducendo
addirittura persone al suicidio, carica di tasse sino all’inverosimile i soliti
noti, non fa nessuna lotta seria allo spreco, alla corruzione, e all’evasione
fiscale, confermandosi che le sirene della Guardia di Finanza servono solo a
gettare fumo negli occhi. Insomma Monti sta uccidendo l’Italia, ma come
protesta non si va oltre il suicidio e una manciata di voti a Grillo. Un po’ poco, direi. Quel che mi stupisce è perché
i partiti di sinistra, a partire da Sel, visto che il Pd è un’ architrave
fondamentale della politica di Monti, non faccia proposte unitaria con la
sinistra greca e tutte le altre forze della sinistra negli altri paesi d’Europa,
per cambiare le istituzioni e le politiche comunitarie. E’ chiaro che lasciare
la Grecia da sola ad affrontare i suoi
problemi non conviene a nessuno, tanto per il temuto effetto domino, quanto per
il danno economico che ogni paese subirebbe a causa del fallimento della
Grecia. Sarebbe più opportuno che i singoli partiti, quelli di sinistra in modo
particolare, mettessero in campo proposte di politica comunitaria concordate, tentando così di colmare una assurda asimmetria
per cui l’Europa viene governata di fatto da trattati intrisi di tecnicismi che
violano platealmente la sovranità degli stati e la democrazia, senza nessuna
forma di opposizione visibile. Insomma non è possibile che siano i governi gli
unici detentori della possibilità di comunicazione tra le istituzioni europee e
le singole nazioni. La dimensione nazionale, temo, un tempo presidio di
democrazia, è in via di esaurimento della sua funzione storica, e cercarne la
rivitalizzazione credo sia cosa di poco guadagno nelle situazioni date. Si esce
dalla crisi tutti insieme, o se non proprio tutti, a partire da aggregazioni di
stati con problemi analoghi, invece ci si ritrova a fare il tifo per quel o
quell’altro candidato nelle altre nazioni. Ci si illude che Hollande, o Hannelore
Kraft risolvano i nostri problemi, mentre ci teniamo un governo Monti, che fa
politiche di assoluto “rigore” con la sfrontatezza delle nostre destre, di dire
in televisione che fanno il tifo per Hollande, mentre in parlamento, in
commissione giustizia fanno una aperta battaglia contro qualche pallido
provvedimento anticorruzione. Il suicidio degli individui, o peggio ancora,
la strozzatura economica degli stati interi è un incredibile non senso.
Servirebbero autentici Stati Uniti d’Europa, mentre i governi che si nono
susseguiti nei decenni hanno creato, su evidente dettatura degli Usa, una Europa
come un grande Germania a danno di tutti altri popoli europei. Non c’è consapevolezza
che stiamo continuando a pagare per una
gestione statunitense dell’Europa, cominciata dalla fine della 1ª guerra
mondiale e rafforzatasi con la 2 ª, oscurata dalla vulgata retorica per cui gli
Usa sono intervenuti in Europa per liberala dal nazismo, mentre in vece sono
intervenuti per occuparla per il proprio tornaconto, in concorrenza con l’Unione
Sovietica, che da sola ormai si avviava alla liquidazione, forse più autentica,
del nazismo. Così hanno fatto della Germania
Ovest, prima, e poi dell’itera Germania
poi, un presidio politico e militare per
la tutela dei propri interessi. Gli anni del boom economico hanno contribuito a
mascherare questa verità, mentre ora dovrebbe essere percepita come evidente,
salvo ostinazione ideologica, atteso che noi stiamo pagando la crisi americana,
quella crisi, che gli stessi americani, non possono più scaricare altrove, per
l’evidente restringimento della loro egemonia nelle altre aree del mondo, non
avendo più a disposizione neppure quel “cortile di casa” come una volta
venivano definiti i paesi del Sudamerica. Ormai quel cortile siamo noi.
Nessun commento:
Posta un commento