martedì 15 maggio 2012

Il cortile di casa


Cos’altro deve accadere?. Notizie di cronaca ci dicono che in Grecia si va di nuovo al voto, e che come conseguenza presunta, ci sarà una fuoriuscita ellenica dall’euro. Del resto il debito greco rimane gigantesco, e assolutamente irrecuperabile. Il Fondo Monetario Internazionale, la Banca centrale Europea, stanno applicando a stati europei ricette una volta applicati a stati del terzo mondo. Attraverso il condizionamento politico si inducono governi ad applicare ricette liberiste che sistematicamente  hanno l’effetto non più di impedire lo sviluppo a stati  ex coloniali tradizionalmente inseriti in aree di sottosviluppo, ma di far regredire stati una volta sviluppati, e qualcuno addirittura con un passato coloniale importante come Portogallo, e soprattutto la Francia. In somma raschiato il barile altrove, ora tocca all’Europa.   Il problema della Germania è evidentemente quello di garantire la spoliazione di altri paesi a patto che qualcosa resti per le sue banche e anche per i suoi cittadini. Sempre la cronaca ci dice che in Italia c’è recessione, debito pubblico in aumento, e minori entrate fiscali, come è logico in recessione. Gli effetti sono voluti e nient’affatto accidentali. Che i professori della Bocconi fossero ignoranti lo sospettavo ma non sono certamente stupidi. Lo Stato, unico strumento di politica economica, cessa di pagare piccole imprese danneggiando l’intero sistema produttivo del paese, inducendo addirittura persone al suicidio, carica di tasse sino all’inverosimile i soliti noti, non fa nessuna lotta seria allo spreco, alla corruzione, e all’evasione fiscale, confermandosi che le sirene della Guardia di Finanza servono solo a gettare fumo negli occhi. Insomma Monti sta uccidendo l’Italia, ma come protesta non si va oltre il suicidio e una manciata di voti a Grillo. Un  po’ poco, direi. Quel che mi stupisce è perché i partiti di sinistra, a partire da Sel, visto che il Pd è un’ architrave fondamentale della politica di Monti, non faccia proposte unitaria con la sinistra greca e tutte le altre forze della sinistra negli altri paesi d’Europa, per cambiare le istituzioni e le politiche comunitarie. E’ chiaro che lasciare la Grecia  da sola ad affrontare i suoi problemi non conviene a nessuno, tanto per il temuto effetto domino, quanto per il danno economico che ogni paese subirebbe a causa del fallimento della Grecia. Sarebbe più opportuno che i singoli partiti, quelli di sinistra in modo particolare, mettessero in campo proposte di politica  comunitaria concordate,  tentando così di colmare una assurda asimmetria per cui l’Europa viene governata di fatto da trattati intrisi di tecnicismi che violano platealmente la sovranità degli stati e la democrazia, senza nessuna forma di opposizione visibile. Insomma non è possibile che siano i governi gli unici detentori della possibilità di comunicazione tra le istituzioni europee e le singole nazioni. La dimensione nazionale, temo, un tempo presidio di democrazia, è in via di esaurimento della sua funzione storica, e cercarne la rivitalizzazione credo sia cosa di poco guadagno nelle situazioni date. Si esce dalla crisi tutti insieme, o se non proprio tutti, a partire da aggregazioni di stati con problemi analoghi, invece ci si ritrova a fare il tifo per quel o quell’altro candidato nelle altre nazioni. Ci si illude che Hollande, o Hannelore Kraft risolvano i nostri problemi, mentre ci teniamo un governo Monti, che fa politiche di assoluto “rigore” con la sfrontatezza delle nostre destre, di dire in televisione che fanno il tifo per Hollande, mentre in parlamento, in commissione giustizia fanno una aperta battaglia contro qualche pallido provvedimento anticorruzione.   Il suicidio degli individui, o peggio ancora, la strozzatura economica  degli stati  interi è un incredibile non senso. Servirebbero autentici Stati Uniti d’Europa, mentre i governi che si nono susseguiti nei decenni hanno creato, su evidente dettatura degli Usa, una Europa come un grande Germania a danno di tutti  altri popoli europei. Non c’è consapevolezza che stiamo  continuando a pagare per una gestione statunitense dell’Europa, cominciata dalla fine della 1ª guerra mondiale e rafforzatasi con la 2 ª, oscurata dalla vulgata retorica per cui gli Usa sono intervenuti in Europa per liberala dal nazismo, mentre in vece sono intervenuti per occuparla per il proprio tornaconto, in concorrenza con l’Unione Sovietica, che da sola ormai si avviava alla liquidazione, forse più autentica, del nazismo.  Così hanno fatto della Germania  Ovest, prima, e poi dell’itera Germania poi,  un presidio politico e militare per la tutela dei propri interessi. Gli anni del boom economico hanno contribuito a mascherare questa verità, mentre ora dovrebbe essere percepita come evidente, salvo ostinazione ideologica, atteso che noi stiamo pagando la crisi americana, quella crisi, che gli stessi americani, non possono più scaricare altrove, per l’evidente restringimento della loro egemonia nelle altre aree del mondo, non avendo più a disposizione neppure quel “cortile di casa” come una volta venivano definiti i paesi del Sudamerica. Ormai quel cortile siamo noi.    

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