venerdì 24 giugno 2011

La normalità della politica


Così in questa Italia in cui succede di tutto, la questione di fondo è una questione di privacy. In questa Italia in cui l’ultimo degli scandali, a parer mio il più grave di tutti , quello riguardante la cd P4, da cui si evince, in modo del tutto inconfutabile, che il nostro presidente del consiglio è una imbelle  controfigura, emanazione di poterei occulti e criminali, la cui attitudine alla politica è misurata sulle capacità di un venditore di fumo, giusto lo stupendo film di Antonio Albanese, capace di trovar sonno nelle occasioni più impensate; ebbene in un simile contesto, il mondo politico, quasi al completo, D’Alema in testa, manco a dirlo, trova che ci sia un problema di privacy  violata. Invece la questione di quanto  manipolabili possano essere  gli  esiti elettorali, che consentono l’elezione di chi non conta praticamente nulla, essendo altri a decidere al suo posto, non potrebbe porsi in modo più netto, ma sembra che di ciò non si accorga nessuno.   Il problema poi di Napoli e della nostra immondizia, dà la misura di quanto surreale sia la nostra situazione politica in generale. Spentasi l’eco delle risultato dei referendum e delle elezioni amministrative il sistema continua imperterrito a macinare marciume nauseabondo come nulla fosse. Anzi De Magistris da eroe antisitema passa ed essere un pazzo, per aver concepito soltanto l’idea di risolvere il problema della spazzatura a Napoli, problema che con tutta evidenza, non  è possibile risolvere senza esautorare il comitato di affari che presiede i lucrosi e inconfessabili affari retrostanti. Gli echi di solidarietà a De Magistris sono flebili. Perfino  Di Pietro, leader del suo partito, nulla di meglio trova a fare se non ammiccare a Berlusconi, gettando seri dubbi sulla  intransigenza delle posizioni sin qui espresse, rinforzati dal tipo di reclutamento effettuato in sede locale in questi anni. Ma la posizione bipartisan sulle intercettazioni, sembrano finalizzate a dare di questo paese, una idea di normalità che è lungi dal corrispondere la vero. Siamo di fronte ad un concentrato di emergenze nazionali senza precedenti dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale. Ma bisogna far finta che tutto sia normale. E se Bisignani guidava l’ex direttore della Rai Masi,  nel tentativo di defenestrare Santoro, non bisogna menare scandalo. C’è una parola magica che legittima il tutto; lobby. Le lobby  sono connaturate    al sistema liberale, e quindi di che stupirsi?. Ovviamente nessuno risponde alla semplice domanda sul numero delle lobby  riferibili a Bisignani. Dalla Rai alle ferrovie costui si occupava di tutto, mentre le lobby autentiche sono per lo più settorializzate e in concorrenza tra loro. E tutto ciò passa in second’ordine rispetto alla questione delle intercettazioni, che mettono in piazza cose di “nessuna rilevanza penale” questa è l’espressione usata per dire che tutto va bene, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Continua così,  imperterrita, la recita di questi teatranti di infimo ordine, che occupano quasi tutto lo scenario politico in Italia,  realizzando quel contrasto kafkiano sulla scena italiana, per cui quei personaggi dichiaratamente di spettacolo, legittimati a fare i buffoni,  invece dicono cose serie,  come  i Guzzanti,  Paolo Rossi, Antonio Albanese e via dicendo; mentre chi dovrebbe dire cose serie, recita uno spregevole spettacolo che sta  normalmente depauperando l’Italia in misura drastica e senza precedenti.

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