sabato 12 febbraio 2011

Giuliano Ferrara e il postmoderno


Su Fb è sorta una bellissima discussione su Giuliano Ferrara, a partire da un art. su  “l’Unità” che ripercorre le prese di posizioni del nostro Giuliano prima a favore delle posizioni più retrive e moralisteggianti dei Vescovi e del Vaticano  a proposito delle pillole abortive e quant’altro, salvo poi a bollare come “moralismo”  bigotto, il movimento di opposizione a Berlusconi. A questo proposito mi vengono da fare due riflessioni, delle quali la prima l’ho già postata su Fb, e riguarda il postmoderno. Nel senso che la coerenza interna delle produzioni intellettuali non rientrano nei canoni del postmoderno, così come esposti con dovizia di argomenti su quel testo che su questo blog, ho definito come il manifesto del postmoderno. Alludo a La condizione postmoderna” di Jean- François  Lyotard, secondo cui“ L’antico principio secondo il quale,  l’acquisizione  del sapere è inscindibile dalla formazione del (Bildung) dello spirito, e anche della personalità, cade e cadrà sempre più in disuso.   Per  il postmoderno l’elaborazione culturale è una performans fine a sé stessa ovvero all’utilizzo che se ne può fare sul mercato, e che cioè deve prescindere dai fatti ma deve plasmare la realtà, ossia farla percepire per quello che si vuole, semplicemente tramite enunciazioni. In questo momento non ho sotto mano i passi precisi in cui Lyotard esprime tutto ciò, ma il problema è che il caso di Ferrara, riguardo l’incoerenza, non è affatto isolato, anzi è prevalente, e è l’unico tollerato da questo sistema. L’opposto ormai passa per follia o poco ci manca.  Quanto alla seconda riflessione devo dire, che a prescindere dalle sue intenzioni, Giuliano Ferrara, a modo suo, in questa vicenda esprime una sorta di coerenza. In effetti la contraddizione tra le sue due posizioni, quella moralisteggiante e  clericale e quelle  apparentemente antimoralisteggante pro Berlusconi, è solo di carattere “estetico” per così dire. Nel senso che l’ immagine della donna evocata dalle posizioni pro Vaticano, differisce da quella pro Berlusconi solo per qualche straccio di vestito più o meno ricoprente qualche attributo sessuale, perché in un caso la donna risulta idealmente più vestita, nel secondo più spogliata, ma in entrambi i casi la donna risulta  “cosa” ,“oggetto” funzionale, una volta alla riproduzione e alla testimonianza di una egemonia clericale, che nella società non c’è più,  un’altra volta al sollazzo perverso di un riccone malato sia pure potente, ma grazie al malaffare più che al consenso politico. Un’altro luogo comune  bisogna sfatare, è che Berlusconi goda del consenso della maggioranza degli italiani. Ha ragione Grillo a proposito. E’ una bufala. A tutto concedere vota per Berlusconi una minoranza degli aventi diritto. Se il sistema politico-mediatico è tale per cui   va in onda un film diverso è cosa per cui bisogna ringraziare una opposizione che è finta ma funzionale a far apparire Berlusconi come il Dominus della situazione. Apprendo da un post di Claudio Menga su Fs che manifestazione pro Berlusconi sotto il tribunale di Milano di ieri 11. 02. 2011 era composta prevalentemente dal pubblico di della trasmissione “Uomini e Donne” della De Filippi. Meditate gente, meditate, diceva qualcuno.

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