domenica 24 luglio 2011

Raffaele Licinio e i “Monstra”


Conosco Licinio da diversi anni. Ricordo ancora, forse con qualche approssimazione, il titolo della sua tesi di laurea, che recitava pressappoco “La lotta di classe in Puglia nell’XI sec.” e chiedo scusa se magari non è proprio così ma è certamente qualcosa che va vicino. Raffaele appartiene a quella categoria di docenti universitari poco cattedratici, magari, ma capaci di legare intrinsecamente il rigore teoretico e l’impegno civile, prima ancora che politico ed una inossidabile onestà intellettuale. Ora di recente ha fondato su Fb, il gruppo “MONSTRA - Tutto ciò che non avreste voluto sentir dire, ma lo hanno detto!- ” . Ebbene, questa iniziativa, si incrocia casualmente, con le mie riflessioni sul postmoderno. Alcuni interventi vanno in questa direzione, ad esempio quello di Ninì Russo. La produzione continua di questi monstra, credo rientrano esattamente nei previsioni del postmoderno, per cui la cultura è un fatto eversivo, la scuola e l’università hanno finalità performative, e non più formative. Il fatto che per questa via si perdano anche le capacità performative, è una contraddizione di cui non si vuol tener conto. I cittadini scompaio, e si trasformano in consumatori. A  costoro per comprarsi un oggetto qualsiasi devono seguire acriticamente le indicazioni della pubblicità. A cosa serve sapere dei Pannoni, o dei Bizantini, o di Dante e Petrarca, di Atene e Sparta? ? Se si domandasse alla Gelmini chi è Dante, è capace di rispondere che è il nome del suo parrucchiere. Per essere Ministro dell’Istruzione non bisogna essere persone colte. E’ un dato assolutamente generale;  non l’esito di un degrado dei costumi, ma di una mirata rivoluzione dei costumi in funzione del dominio di classe, se mi è consentita ancora l’espressione, nelle condizioni del postmoderno. Faccio di mestiere, il tutor di Formazione Professionale, e in genere non insegno. Tuttavia mi è capitato di fare, proprio nei mesi scorsi,   il docente per il cd rialliniamento ossia un numero di ore destinato al recupero di quegli allievi che hanno accumulato un ritardo importante nel numero delle ore di lezione. E ciò per non incrementare il debito dell’Enaip nei confronti di docenti precari, che altrimenti sarebbero se ingenui, indotti a lavorare senza cera retribuzione. Ebbene, ho coinvolto in termini reali, sia pure per un limitato numero di ore nel giorno, gli allievi, che sono ragazzi dai 15 ai 17 anni, in serie difficoltà nell’inserimento a scuola, cui questo corso è esplicitamente rivolto, in lezioni sul canto V dell’Inferno di Dante, partendo dal racconto un po’ banalizzato se si vuole, della storia di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, per indurli a leggere e tradurre in prosa i versi di Dante. La cosa è riuscita, e l’ho provata in una implicita polemica con quei docenti che ritengono questi ragazzi irraggiungibili da certi argomenti. Per dire a Raffaele Licinio che i Monstra in ultima analisi siamo noi, incapaci ormai di prenderci cura dei nostri figli,  i monsta che producono sono la conseguenza.

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