martedì 18 gennaio 2011

Berlusconi e il caso Ruby


Le psicopatologie che attengono direttamente la sfera sessuale fanno parte della condizione umana e non deve meravigliare l’identità delle persone che ne sono afflitti.  Il fatto che ne sia afflitto pure Berlusconi, così come pubblicamente asserito  dalla ex moglie Veronica Lario, non dovrebbe suscitare scalpore. La questione è politica, come al solito e ha due aspetti fondamentali. Il primo attiene al dato che Berlusconi è presidente del consiglio della Repubblica Italiana, e ciò dovrebbe significare che almeno potenzialmente, a prescindere dagli orientamenti politici e dalle questioni di merito, sia in grado di far fronte al lavoro che appartiene alla quotidianità di un presidente del consiglio. Eppure bisogna chiedersi come sia  possibile ritenere che un  uomo afflitto da una patologia così evidente,  costretto  a coazioni  così  contrari ai più banali motivi di opportunità,  sia materialmente in grado di svolgere le sue funzioni. Una persona “normale” , che avesse una minima consapevolezza del problema cercherebbe aiuto e sollievo negli strumenti che la scienza mette a disposizione per chi soffre di simili disturbi, ma Berlusconi non è consapevole neppure del problema, anzi uniforma la sua esistenza alla possibilità di alimentare la patologia oltre misura. Usa disponibilità finanziarie e status per compensare in modo pubblico e spettacolare la probabile impotenza sessuale. Non solo non cura la sua patologia ma la esibisce sulla scena internazionale. Ebbene una persona di tal fatta è il nostro presidente del consiglio. Il problema che si pone è sul perché questa situazione non stride con il contesto in modo tranciante così come sarebbe lecito attendersi se vivessimo una situazione di “normalità”.  Con tutta evidenza questa situazione normale non è. Credo che sia paragonabile, sotto il profilo psicologico, alla situazione tedesca che precedettero l’avvento del nazismo, con un aggravante, se si vuole. La follia di Hitler si mascherava dietro  alibi più consistenti, mentre la follia di Berlusconi si manifesta per quella che è, senza nessun alibi politico. Questo è il motivo per cui, mi ribello all’idea che si parli, anche a sinistra di berlusconismo.    Come se fosse l’interprete di chissà quali fenomeni sociali. Invece egli è li a rappresentare nel governo di occupazione gli interessi di una parte della grande criminalità, con funzioni di supervisione. Non è artefice né esecutore di nessun progetto politico, e neppure il garante della americanizzazione dell’Italia che è l’unico progetto politico che ha seguito in questo momento in Italia. Come già detto in questo blog, è la Lega di Bossi che ha questo compito. Berlusconi è una pedina, che potrebbe rivelarsi persino troppo ingombrante. Alto motivo di aberrazione è l’acquiescenza del papato a questa situazione. La circostanza è, di per sé , rivelatrice più di diecimila indagini di qualsivoglia natura.

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