domenica 2 gennaio 2011

Sempre a proposito del Poa, Partito d’Occupazione Americana.

Così, mentre la cronaca di questi giorni ci parla del rifiuto del Brasile di estradare Battiti in Italia e di un altro militare italiano ucciso nella  guerra non dichiarata,  nonchè del discorso di fine d'anno di Napolitano, a carattere davvero governativo, vorrei approfondire il concetto appunto del Poa, per cercare di dimostrare che non è quel che sembra, ossia una banale formula retorica fondata solo su un preconcetto antiamericanismo, non certo alla moda, ma comunque serpeggiante più per l’effetto dell’immaginario polemico della destra che nella realtà politica della sinistra italiana (quello sì certamente retorico e ideologico). Credo invece che esso  sia una realtà concreta del nostro Paese, confermata quotidianamente dalla cronaca, compresa, e in modo assolutamente fortuito, quella cui accennavo. Certo invece che is può banalizzare e sostenere che tutto sommato, l’Italia nel dopoguerra è sempre stato una nazione dell’Occidente sviluppato, e palesemente nella sfera di influenza e dichiaratamene alleata degli Usa. Anche se i rapporti non sono perfettamente  paritari ma asimmetrici, non dovrebbe essere un problema, perché la cosa è insita della differenza oggettiva, nel dislivello di potenza  tra le due Nazioni. E infatti fossero così le cose non sarebbe un gran danno, perché così le cose sono effettivamente state così almeno fino agli anni ‘ 70 ma diciamo grossolanamente sino alla durata della cd prima repubblica. Poi c’è stata una svolta, probabilmente legata al ritiro americano dall’Indocina a seguito di una bruciante sconfitta militare, che tra l’altro, fa giustizia del mito trionfalistico americano, che è certamente sopravissuto alla vicenda Vietnamita, ma in perenne sfregio della realtà dei fatti, perche tutte le guerre americane dopo il ’45 si sono concluse disastrosamente. Gli americani sono stati clamorosamente sconfitti  in Cina nel ‘49, ( e quanto pesa oggi quella sconfitta) in Corea nel ‘52(almeno politicamente anche se territorialmente ci fu un pari, ma sempre con eserciti tecnologicamente più deboli, almeno in apparenza) così come in Iraq e in Afganistan.  In realtà gli Stati Uniti accendono conflitti unilateralmente sicuri di vincerli ma poi li perdono. A questo modo hanno causato un numero sterminato di vittime inermi, ma contro gente armata gli Usa si sono rivelati perdenti. Queste cose vanno dette, perché è in atto una grande opera di propaganda a livello divulgativo. In una recente trasmissione su Rete 4 “Apocalyps” ho sentito la conclusione che asseriva addirittura che  la Germania nazista ha vinto la battaglia di Stalingrado, e queste cose non vanno banalizzate. Comunque la impotenza militare Usa nel dopoguerra deve aver creato una specie di sindrome di accerchiamento, che ha con ogni evidenza creato una nuova strategia di dominio tesa a stringere tutti i legami di supremazia anche quelli più consolidati. Unitamente al fatto della crescente incapacità a mantenere una supremazia economica a livello mondiale, incontrastata almeno sino agli stessi anni. I golpe del Cile, del Portogallo della Grecia sicuramente rientrano in questa strategia. In Italia invece nello stesso periodo, grosso modo, si è sperimentato un golpe  diverso e postmoderno, l’unico tollerabile anche dalla ex Unione Sovietica che pure aveva interessi in Italia. Ossia un golpe che non ha fatto dell’erba un fascio, come solitamente avviene nei golpe tradizionali, con l’ uso dei carri armati. Questo tipo di golpe in Italia ebbe a muovere i primi passi, e la circostanza è arcinota,  ma poi è misteriosamente rientrato. Quello che si è visto è una operazione diversa con bersagli selezionati individualmente. Tre nomi su tutti: Moro soprattutto, ucciso nel ’78; Bachelet, capo di fatto della magistratura italiana nel febbraio dell’80, e il generale Mino, comandante dei carabinieri   morto in “incidente” aereo nell’ottobre del ’77 . Faccio solo questi tre nomi anche se ovviamente le vicende di quel periodo sono molto più complesse di quanto mi sia possibile descrivere in un post di questo blog. La questione è che non si può, o meglio la sinistra italiana non può, se vuol davvero essere conseguente forza di governo, ( altro luogo comune da superare e altro merito di Vendola) deve smettere di avallare la doppia lettura della storia italiana a partire perlomeno dal ’45 . Salvo poi a chiedere retoricamente ciò che non si può ottenere in occasione di ricorrenze di stragi e omicidi eccellenti, e che sia la magistratura o governi con troppi scheletri nell’armadio a “far luce” su cose su cui, almeno sotto il profilo politico, non c’è altra luce da gettare salvo a credere agli asini che volano. Credo che ne vada della vita di tutti noi e soprattutto, ciò che più mi angoscia, di quella dei nostri figli.

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