domenica 30 gennaio 2011

La crisi e i poteri del Presidente della Repubblica

Oggi ho letto sbrigativamente su "La Repubblica" on line un articolo in cui si sosteneva che il Presidente della Repubblica, può sciogliere le Camere e indire elezioni anticipate, anche senza le dimissioni di Berlusconi. Credo che l'articolo sia ne più e ne meno che l'invocazione di un "golpe" presidenziale. Va da sè che in Italia il capo dello stato non ha molti poteri esecutivi che può gestire discrezionalmente solo l'invio di messaggi alle camere e poco altro , a parte la presidenza del CSM.  Ora che la crisi istituzionale sia grave, anzi gravissima, è certo. Ma la soluzione non è il golpe del presidente, al contrario è l'ulteriore avvitamento della crisi su se stessa. Dal lato pratico nessuno ci garantisce che elezioni anticipate di tal fatta non siano vinte da Berlusconi, il cui governo comunque gestirebbe le elezioni, e dai brogli non cisalverebbe nessuno. Il problema istituzionale credo sia irrisolvibile. Tecnicamente credo che la nostra costituzione abbia  una lacuna nel non aver esplicitato il sistema elettorale connesso col suo impianto. Infatti il premio di maggioranza è una lesione della sovranità popolare così come organizzata nella costituzione. Il danno è stato fatto da tempo, e porre rimedio ora è dura. La crisi si risolverebbe solo con l'elaborazione di una nuova costituzione che tenga conto di questo periodo di crisi, paragonabile per tanti versi a quello del facismo. In realtà , per contenuti sociali e altri aspetti  nella situazione italiana, liberismo e fascismo sono due facce della stessa medaglia. A tal proposito la lettura dell'ultimo numero di MicroMega   è sicuramente illuminante e mi propongo di torarci sopra in prossimo post.

Nessun commento:

Posta un commento