martedì 16 novembre 2010

Ancora sulla formazione e la cultura.

“ La nostra ipotesi di lavoro è che il sapere cambi di statuto nel momento in cui le società entrano nell’ età detta postindustriale e le culture nell’età detta postmoderna”. Sono parole di Lyotard ne "La condizione postmoderna" del 1979, autentico manifesto della portmodernità che spiega in modo davvero mirabile i processi in atto, non solo in ambito culturale, ma anche quelli più propiamente politici, convincendomi, che tutto quello che sta succedendo oggi, risponde ad una pianificazione elaborata altrove, per cui mi vien da chiedere se per caso non non si sia stati in Italia, negli ultimi decenni, sotto un governo di occupazione, che ha provveduto a depapauperare il nostro paese, nell'interesse altrui. Ma questi discorsi dobbiamo rinvialtri ad altri post, perchè qui ci occupiamo di formazione professionale e di cultura, proseguendo il discorso già intrapreso in precedenza. Ancora Lyotard, illuminante, scrive: "L'antico principio secondo il quale l'acquisizione del sapere è inscindibile dalla formazione (Bildung) dello spirito, e anche della personalità, cade e cadrà sempre più in disusso. Questo rapporto fra la conoscenza ed i suoi fornitori ed utenti tende e tenderà a rivestire la forma di quello che intercorre fra la merce ed i suoi produttori e consumatori, vale a dire la forma valore. Il sapere viene e verrà prodotto per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione; in entrambi i casi per essee scambiato.Cessa di essere fine a sè stesso, perde il proprio valore d'uso.  (sott. mia). Ecco svelato il mistero. La tradizionale distinzione che ha caratterizzato la cultura italiana tra cultura come formazione identificativa  o di socializzazione (come Talcott Parsons) e cultura come applicazione alla produzione viene a mancare nel postmoderno. Ormai è tutto "formazione professionale". Quindi  le politiche dei  tagli  alla scuola e la commistione profonda creatasi negli ultimi anni tra Scuola e Università da un lato e Frmazione Professionale dall'altro,  non rispondono a mere contingenze economiche, come ci si vuol far credere, ma ad uan logica politica ben delineata, risulta cioè una opzione precisa tra le altre e non l'esito accidentale degli eventi e della crisi economica. L' educazione delle nuove generazioni, e mi ripeto, la loro socializzazione  non è un fatto contemplato nella società posmoderna. Questa narrazione ovviamente proseguirà nei prossimi post.
 

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