sabato 11 dicembre 2010

Crisi e Costituzione Italiana

Ormai la costituzione italiana, è diventata un simbolo della resistenza  al governo Napolitano-Ttremonti volgarmente detto "governo Berlusconi".  Gli effetti positivi di questa costituzione si sono evidenziati  particolarmente nel mandato di Scalfaro a presidente della Repubblica. Tuttavia per onestà bisogna ammettere che essa è stata largamente ignorata e disattesa anche nella cd. prima rebubblica senza che ciò recasse scandalo a sinistra. Sia pure per motivi opposti, la costituzione italiana del   '48 durrante la prima repubblica non valeva  granchè. Infatti il PCI svolgendo un ruolo subordinato alla DC non si formalizzava molto sulle sue inapplicazioni. La destra italiana da sempre fascista e antidemocratica, non l'ha mai accettata o "legittimata". La sisnistra cd rivoluzionaria, invece la riteneva superabile proprio in virtù delle concrete inapplicazioni, se non per ragioni di primncipio. Ora non c'è cittadino di sinistra che non assuma la costituzione come simbolo e al tempo stesso  programma rivendicativo nei confronti del cd berlusconismo. Comunque, tornando all'attualità, ritengo non ci sia sufficiente attenzione,  a sinistra, su quello che ritengo essere un dato oggettivo, e che la costituzione ha rivelato, nel tempo, poichè ovviamente non si può imputare nulla a riguardo, a coloro che l'hanno scritta, un difetto fondamentale, e cioè la mancata inclusione della legge elettorale al suo interno. Infatti ritengo che l'unica legge elettorale compatibile con l'architrave sostanzialmente illuminista della nostra costituzione sia quella propozionale pura con il metodo Dont per il conteggio.    Il premio di maggioranza, ritengo, alteri la tanto proclamata ugualianza dei cittadini di fronte alla legge. Il voto, in oservanza a questo dettato, dovrebe avere la stessa valenza per tutti gli elettori per tutta al durata della legislatura, a prescindere se espresso per un partito di opposizione o di maggioranza. Il premio di maggioranza, secondo me, altera e contraddice il principio. Infatti subito dopo il voto, e per effetto del premio suddetto, esso non ha più la stessa valenza, perchè quello che è andato alla maggioranza, per effetto di una forzatura legislativa, vale di più, matematicamente  parlando, di quello espresso per un partito di opposizione, che si ritrova,  di conseguenza, ad affrontare una maggioranza in parlamento di gran lunga più forte dei  consensi effettivamente ottenuti. L'effetto mediatico di questa situazione lo sta scontando il PD, ma non se ne lamenta. Credo che qualsiasi opposizione con leggi che consentono il premio di maggioranza risulterebbe inefficace in parlamento. Purtroppo in Italia non c'è più opposizione, e  neppure un parlamento, se non un parlamento fortemente depotenziato non solo ma anche e soprattutto per la legge elettorale vigente, ma a partire dal premio di maggioranza più ancora della designazione dall'alto dei parlamentari. Tuto ciò  conformamete con tuti i quadri istituzionali di regimi autoritari. La prima fase dell'intaurazione di un regime, anche se sono convinto che in Italia siamo ben oltre questa fase, consiste della sopressione di una opposizione, e se la sopressione è solo sostanziale e non formale, aiuta parecchio perchè regge la recita a beneficio del popolo bue. Non c'é soluzione a tutto ciò se non che "il popolo" la smetta di fare il bue.    Capisco che l'esperienza del governo Prodi, in apparenza, possa contraddir equesto ragionamentro, ma solo in apparenza. In realtà le probabilità di un risultato elettorale pari sostanzialmente, con un premio di maggioranza, non smentisce il ragionamento di fondo. E cioè che il voto deve avere lo stesso valore numerico, sia che vada alla maggioranza che all'opposizione.

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