sabato 4 dicembre 2010

La crisi italiana e la Fiat

La vicenda Fiat è emblematica di una sotuazione di cui nessuno, tantomeno a sinistra, vuol prendere atto. La cd proprietà privata, ormai, è un mito del passato che ritorna in forma di tragedia, anzicchè di farsa. O se si vuole di farsa e tragedia al tempo stesso.Infatti la vicenda Fiat è proprio questo, è insieme farsa e tragedia. E' una farsa perchè la Fiat per responsabilità anche e soprattutto, sia pure non esclusive, della famiglia Agnelli, ha da tempo perso la possibilità di rimanere nel mercato dell'auto e l'Italia con lei. In un paese serio si prende atto della situazione, e lo  Stato riposiziona i lavoratori in altri settori proiettati sul futuro. Nulla    di tutto questo. Si lascia Marchionne a svolgere un ruolo  che è tutto politico, che con le esigenze aziendali e ha poco a che fare. Infatti le critiche di merito Landini e della Fiom a riguardo mi sembrano pertinennti. Ma noi in Italia dobbiamno recitare la commedia per cui la libera impresa sia un valore da salvaguardare prioritariamente. A studiare la situazione economica italiana potreemmo constatare che la inpresa autentica, quella in grado di produrre profitti veri, e di reggere la concorrenza, ha un ruolo quasi residuale, insufficiente a mantenere la più parte della popolazione. L'impresa così come l'abbiamo conosciuta negli ultimi secoli, ha fatto il suo corso, e non solo da noi anche se da noi la cosa è più evidente.Nel Novecento la maggior parte dell'umanità, quella fuori dalla civiltà occidentale è collocata tra la povertà assoluta con fame  vera, e lo sviluppo economico ma fuori  dai canoni della cultura liberale classica, così cara al Corriere della Sera. Non prendere atto di questo credo sia miopia. Quando si parla di "tramonto dell'Occidente" (a parte Spengler) di questo si tratta. In effetti in occidente il sole sta  tramontando ma noi siamo abbagliati dagli schermi di ogni tipo, che ci acciecano, e non vediamo nulla.

Nessun commento:

Posta un commento