mercoledì 1 dicembre 2010

I giovani e Monicelli

Così gli studenti tornano alla lotta dura con mio grande sollievo. Sollievo per la lor reattività del tutto giustificata per motivi che trascendono la riforma "Gelmini"   (Che ridere o che pena associare un personaggio simile ad una qualsiasi "riforma"; al confronto Gentile si fa rimpiangere decisamente sotto ogni profilo). Il mio sollievo non dipende da nostalgie sessantottine, Nè  da amore per il ribellismo fine a se stesso anche perchè questo movimento a ben vedere ha poco o nulla a che fare con il 68, ma se si vuole forse è più "economico" e, così mi auguro, foriero di maggior consapevolezza della situazione  contingente. Loro non hanno scelta, se non lottano duramente per il loro futuro, avranno una vita più dura e soprattutto più "schiacciata" in basso di qalsiasi altra generazione di cui si abbia il ricordo. La contemporanea morte, o per meglio dire, il suicidio di Monicelli sembra quasi un fatto idealmente associato, perchè con lui svanisce il cantore, tra l'altro, di un tempo e di una atmosfera sociale e di una spensieratezza non frivola, refrattaria alla follia piatta del postmoderno ( per questo forse la morte in quella forma) che questi giovani, purtroppo, non conosceranno mai.

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