mercoledì 15 dicembre 2010

La crisi e il parlamento.

La giornata di ieri 14 dic. 2010 segna credo il punto di non ritorno della crisi della repubblica parlamentare. Una volta tanto devo parlare bene di un programma televisivo, Rai News 24, che ha lasciato correre le immagini alternate della seduta alla camera e degli scontri per le strade di Roma a sottolineare lo iato tra Paese e palazzi. A Belusconi il gioco è riuscito, così credo, grazie a Napolitano, che ha imposto una mediazione sulla data del voto di sfiducia. Se si fosse in un Paese seriamente democratico, la sfiducia ad un governo è un fatto preliminare a qualsiasi altra attività legislativa., non è oggetto di trattativa la data in cui verificare il presupposto di legittimità del governo in carica. Il mio sospetto è che se il voto fosse stato tempestivo forse l'esito sarebbe stato diverso. In caso contrario devo supporre che Fini sia un perfetto imbecille, ma non credo che lo sia fino a questo punto.  Napolitano, invece, ha inventato il fatto che la  legge finanziaria, o come si chiama ora, la legge di stabilità, sia più importante del fatto che il governo che la propone sia legittimato a farlo oppure no. Presumo, che il tempo sia servito a Berlusconi a comprarsi i voti che gli mancavano. In effetti ne ha compratri pochi oppure si è limitato a prendere quelli che gli servivano al momento, non so. Del resto tutta la vicenda berlusconiana si è svolta seguendo sempre lo stesso copione. Appena in difficoltà c'era sempre un fatto creato ad arte dal PD e dal suo gruppo dirigente, che lo traeva di impiccio. Travaglio docet. A Partire dalla nascita stessa del PD che è sempre stato la stampella d'appoggio. Senza questa stampella il meccanismo si inceppa irrimediabilmente. E così sia.

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